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A CUOPPO CUPO POCO PEPE CAPE ...e... POCO PEPE CAPE A CUOPPO CUPO

domenica 28 febbraio 2010

LA MATTANZA. FEMMINICIDIO: RICERCA SULLA STAMPA ITALIANA NELL’ANNO 2007 -di Sonia Giari

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sabato 27 febbraio 2010

Come ieri, come oggi, come bestie


SUCCEDE 30ANNI FA:
'Succede che incrocio sulle scale la mia padrona di casa che, con aria schifata, mi racconta di avere visto la signora M. Conoscevamo la signora M., era napoletana, ed è esattamente questo il punto focale della storia. La signora M, mi racconta, era al bar, col marito e col figlio di pochi mesi. Ad un certo momento arriva l’ora della poppata, il bambino, affamato, comincia a piangere, e lei, come se niente fosse, scopre il seno e ci attacca il bambino. Proprio come le bestie, commenta la padrona di casa, con un’espressione sempre più disgustata, là al sud sono proprio abituati come le bestie[...]'.

SUCCEDE IERI:
'[...](Eppure non più di qualche mese fa è successo che una donna è stata allontanata da un albergo perché stava scandalosamente nutrendo il proprio figlio, e giusto l’altroieri un collega, padre di numerosa prole, mi ha raccontato scandalizzato che ci sono in giro donne che allattano in pubblico, “come in Africa”. Mah …)

Dal blog di barbara

mercoledì 17 febbraio 2010

Cetro che stavolta Povia ha alzato proprio un cazzo di polverone! Povero, povero Povia!


Da sempre, sbattere così crudamente la verità in faccia alle persone non paga. Le persone preferiscono non vedere, non capire o, forse, solo che sia uno diverso da Povia a raccontargliela questa verità. Ma il polverone alzato da Povia stavolta non ha superato neanche la prima serata: ascoltato il testo, o lettolo per i più snob, appare subito evidentissimo che non si può entrare in polemica col piccione in nessuna maniera, nemmeno volendo, nemmeno pretendendolo. Nel succitato testo, infatti (che, non stentiamo a crederlo, è nato in tre giorni!!!), non v’è cenno all’eutanasia, né ad Eluana Englaro: codesto testo potrebbe essere attribuito ad ogni giovane figlio deceduto prima dei genitori. Povia ci racconta la verità della morte: una verità non scomoda, non difficile da comprendere o accettare, una ovvia e tragica verità da tutti risaputa e ce la racconta, come d’abitudine per lui, accompagnando l’esibizione con mossette stupide che offendono più del testo stesso.
° Dov’è Eluana?
° Che altra verità ci voleva raccontare Povia che non poteva raccontarci qualchedun’altro, foss’anche un bimbo elementare?
° Chi è Povia? E come poter dare ancora credito ad uno che è passato con estrema nonchalance dai bambini ai piccioni, e da questi direttamente agli omosessuali e alla morte per eutanasia-solo a suo dire!-?

Resta da chiedersi come mai gli abbiano permesso di spacciare questa canzone come una ‘cosa seria’, come un testo impegnato che andava a pungolare gli ascoltatori su un tema così delicato e dai risvolti sempre più che tragici; come nessuno si sia accorto del tranello o della ‘miseria’ del testo.
E pure pensando in buona fede, e pure volendo convincere noi stessi del fatto che questo testo sia realmente dedicato ad Eluana, dovremmo poi fare i conti con un’ultima, imbarazzante, domanda: ° come mai nessuno ha pensato che Eluana e la sua famiglia meritassero qualcosina in più di una schifezza?

lunedì 15 febbraio 2010

ʚϊɞ, ovvero: "Signor Berlusconi, basta battutacce"


Elvira Dones, scrittrice-giornalista albanese, ha inviato a Repubblica una lettera aperta indirizzata a Silvio Berlusconi, per tentare di spiegargli chi sono e che vita 'subiscono' le 'belle ragazze' cui il nostro Premier ha fatto riferimento durante la visita a Tirana.

A "Stella" i suoi padroni avevano inciso sullo stomaco una parola: puttana. Era una bella ragazza con un difetto: rapita in Albania e trasportata in Italia, si rifiutava di andare sul marciapiede. Dopo un mese di stupri collettivi ad opera di magnaccia albanesi e soci italiani, le toccò piegarsi. Conobbe i marciapiedi del Piemonte, del Lazio, della Liguria, e chissà quanti altri. E' solo allora - tre anni più tardi - che le incisero la sua professione sulla pancia: così, per gioco o per sfizio.
[..]
Sulle "belle ragazze" scrissi un romanzo, pubblicato in Italia con il titolo Sole bruciato. Anni più tardi girai un documentario per la tivù svizzera: andai in cerca di un'altra bella ragazza, si chiamava Brunilda, suo padre mi aveva pregato in lacrime di indagare su di lei. Era un padre come tanti altri padri albanesi ai quali erano scomparse le figlie, rapite, mutilate, appese a testa in giù in macellerie dismesse se osavano ribellarsi. Era un padre come lei, Presidente, solo meno fortunato. E ancora oggi il padre di Brunilda non accetta che sua figlia sia morta per sempre, affogata in mare o giustiziata in qualche angolo di periferia. Lui continua a sperare, sogna il miracolo. E' una storia lunga, Presidente...
[...]
L'Albania non ha più pazienza né comprensione per le umiliazioni gratuite. Credo che se lei la smettesse di considerare i drammi umani come materiale per battutacce da bar a tarda ora, non avrebbe che da guadagnarci.

E io sottoscrivo.Perchè mi vergogno del 'mio' Premier.

sabato 13 febbraio 2010

ʚϊɞ, ovvero: Heavy Rain, solo per PS3


"LA DONNA è sola nell'ampio bagno del suo lussuoso loft. Si spoglia con calma, si rilassa sotto la doccia: si prende tutto il tempo necessario mentre la telecamera indugia sui dettagli del suo fisico atletico. Poi chiude i rubinetti, si asciuga lentamente e si riveste indossando degli slip e una... canottiera leggera( eloquentissimo l'uso dei sospensivi, peccato che l'autore non abbia pensato ad aggiungerci anche un ":)" o, meglio ancora, un ";D" ).
L'occhio del regista segue Madison - questo il nome della donna - mentre si rifugia nell'intimità del suo bagno per poi andare in cucina. Giusto il tempo di accorgersi di un rumore strano, prima che si scateni la violenta aggressione da parte di quattro intrusi coperti da passamontagna e armati di coltelli, che la picchiano ripetutamente e tentano di ucciderla scaraventandola contro i mobili della stanza."

Prima il simulatore di stupri, poi il simulatore di aggressione domestica. In attesa del simulatore di morte per cancro e quello di morte eutanasica, concentriamoci sulle chicche di quest'ultima genialata: è indispensabile, credo per attizzare un po' il giocatore in attesa della violenza, che inizialmente la donna venga mostrata nuda e nell'atto di fare la pipì. Fondamentale che la donna si rivesta per indossare nient'altro che una ... :) canottierina leggera e un paio di slip e che, così abbigliata, si difenda stenuamente dalle botte.

Proprio come nei film dove, molto spesso, le donne aggredite sono coperte solo da trasparenze, giusto per non sconvolgere troppo lo spettatore -che non vedrà il dolore nasconsto dentro la violenza cui sta ssistendo se gli si mantiene la cappella sempre arzilla; e proprio come nella vita reale! Nessuna donna, infatti, passeggia più per casa in tuta o in pigiama; in vestaglia, semmai, ma solo se questa le promette giuochi di luce e capezzoli, o in slip e ... ;D canottierina. Del resto chi di voi assistendo all'aggressione di una donna in slip si soffermerebbe a guardarle il sangue anziché il culo?
Fortunatamente, - perchè poi ci si deve anche saper accontentare!- stavolta il giocatore manovra la donna e non gli aggressori. Bello no?

giovedì 11 febbraio 2010

ʚϊɞ, ovvero la formica ferma sta come il passero che fermo sta sull’erba voglio


Mi ricorre un sogno. Tre notti fa è iniziato e ancora non smette. C'è una formica, un bagaglio e un albero. Una formica in partenza. Ogni volta che la formica prova a partire l'albero scuote le foglie e la terra e la formica,leggera, ruzzola indietro. Ritenta e riruzzola per 5,7,9 volte. Aspetta la notte per farla in barba all'albero, ma non fa neanche in tempo ad avvicinare il bagaglio che l'albero dà di foglie e così sia.

sabato 6 febbraio 2010

La storiella della pagliuzza e della trave vale per tutti - ovviamente quel 'tutti' non comprende certo gli omosessuali! Macci mancherebbe...


Mentre in Germania piovono denuncie di abusi su ragazzi frequentanti le più prestigiose scuole privare cattoliche, i nostri Padri italiani, anziché inorridire di fronte a simili notizie (sempre che non abbiano sviluppato un callo grosso così) e andarsi a nascondere dietro un religioso silenzio - se proprio non si riesce a spendere due parole di condanna circa la condotta assunta dal più dei Pastorelli- i Nostri, dicevamo, si dedicano a quello che è diventato il loro passatempo preferito, quasi un hobby: il supplizio dell'omosessuale.

Stando alle spesse dichiarazioni di Vescovi, ex Vescovi e del quotidiano vaticano stesso, questi miseri omuncoli risulterebbero indegni di tutto, dall'ostia benedetta al sacerdozio al regno dei cieli. Si svela un vero e proprio atteggiamento persecutorio assunto dalla Chiesa nei confronti degli omosessuali: a loro non resta che sperare in una vita che sia il più lontano possibile da Dio e dalla sua risaputa misericordia.
D'altronde è in quest'atteggiamento che si viene a caratterizzare il portento della Romana Chiesa: nell'allontanare i fedeli dalla fede e nel rendere fieri e convinti gli infedeli. Non si esclude dal sacerdozio un pedofilo, ma un omosessuale; non si nega la comunione ad un pedofilo, ma ad un omosessuale o ad un divorziato; non si chiude il regno dei cielo in faccia ad un pedofilo o ad un conclamato assassino, ma ad un omosessuale o transessuale che sia.
Bravi, così vi vogliamo: pii e cattivi!