Discover Eddie Vedder!
A questo posto dedico una composizione di paglia e polvere che ha le pareti friabili del nido, e il suo fegato tiepido. Questo nido artefice, signore e schiavo, quanto origine, percorso e meta, d’ogni fuga o della più soave. A questo nido dedico una parola che scivola dietro l’insenatura cruda di una spina, una catena di parole accomunate da identico fiato. Qui, tabacco bruciato, una virgola a caso, una dittatura speciale… gli anelli secchi che intrecciati fanno una tela o una ragione per cui dirsi prigionieri. Giro attorno al mio volo, all’ala intonsa che profuma di farina umida. Guardo il sole che si frammenta su uno spuntone lavico, mi bagna la faccia. La salita esclude e include come la bocca di una madre. È un gioco erotico che sfiora la morte, ed ogni asfalto penetra l’ombra delle mie spalle in folk. I mammiferi, i mammiferi grassi compongono lotte mortali mentre s’ungono del loro sebo: mazurke pietose. Ma non ci sia paura nell’ignoranza del mondo se si persegue la conoscenza del proprio ventricolo, o la conta della sua prosodia. O cuore anapesto! pensi di dover volere più di quello di cui hai bisogno, e finché non avrai tutto non sarai libero: società, sei una razza folle, spero non ti sentirai sola senza di me…
Society
you’re crazy breed
I hope you’re not lonely without me.