Di MARZIA CANGIANO
La lotta per la parità dei diritti sembra destinata a trasformarsi velocemente in lotta per la sopravvivenza di genere; il buon vecchio focolaio, che vive solo nei ricordi dei più fortunati, ci appare oggi come una riuscitissima trovata pubblicitaria utile a convincerci che è nel biscotto mattutino il segreto della felicità. Ma la realtà è ben più feroce e non cela nel biscotto alcun segreto. (continua..)
La lotta per la parità dei diritti sembra destinata a trasformarsi velocemente in lotta per la sopravvivenza di genere; il buon vecchio focolaio, che vive solo nei ricordi dei più fortunati, ci appare oggi come una riuscitissima trovata pubblicitaria utile a convincerci che è nel biscotto mattutino il segreto della felicità. Ma la realtà è ben più feroce e non cela nel biscotto alcun segreto. (continua..)
Di CIRO MONACELLA
Le rappresentazioni cinematografiche della dittatura argentina conservano un fascino inalterato per motivi che di rado coincidono con le ragioni per cui gli argentini stessi continuano ad interrogarsi sull’odioso regime di Jorge Rafael Videla.
Innanzitutto il pregio nero di quella storia è nella funzione paradigmatica che essa svolge nell’esibire con essenzialità il lurido gioco politico della penultima fase della guerra fredda; altro pregio è nell’universalità etnica del popolo argentino, al cospetto del quale si svilisce ogni giustificazione ideologica fornita alle precedenti barbarie del Novecento calamitate da gruppi etnici o sociali chiusi: il popolo argentino è assieme indio, spagnolo, tedesco, italiano, francese, etc. ; in ultimo, ad arricchire la portata di quella vasta tragedia sopranazionale, s’impongono fratture concettuali quali la percezione dello Stato come nemico in una deriva atroce del contratto sociale, e l’urgente questione della libertà individuale estremizzata nell’aut aut vita o morte. (continua..)
Innanzitutto il pregio nero di quella storia è nella funzione paradigmatica che essa svolge nell’esibire con essenzialità il lurido gioco politico della penultima fase della guerra fredda; altro pregio è nell’universalità etnica del popolo argentino, al cospetto del quale si svilisce ogni giustificazione ideologica fornita alle precedenti barbarie del Novecento calamitate da gruppi etnici o sociali chiusi: il popolo argentino è assieme indio, spagnolo, tedesco, italiano, francese, etc. ; in ultimo, ad arricchire la portata di quella vasta tragedia sopranazionale, s’impongono fratture concettuali quali la percezione dello Stato come nemico in una deriva atroce del contratto sociale, e l’urgente questione della libertà individuale estremizzata nell’aut aut vita o morte. (continua..)