Quando la notte ti si fa fardello, perché tutto quello che hai visto, sentito o anche semplicemente subdorato durante il giorno ti ha tolto quasi il respiro, non trovi altra compagnia che un buon libro. Non un libro qualsiasi, assolutamente, non uno di quelli iniziati, poi ripresi, abbandonati, ripresi e cestinati, no. Bensì un libro diverso, piccoletto e nero come Calimero, che conta fino a 133 pagine e che nel titolo t’impone di leggerlo. ‘Napoletani’ -tutto maiuscolo- è un titolo prepotente, infame, ‘capuzziello’, che non lascia spazio all’indecisione, ma solo all’immaginazione. E comincia il libro: la casa era senza balconi. Passato, ricordi. Tutte cose vere e non vere. Vere e non vere … E continua: la casa era senza balconi, quattro finestre e tutte e quattro chiuse. E continua: la casa era senza balconi e le finestre erano perennemente chiuse, in una cieca e assorta solitudine.
Dietro le finestre ogni cosa e una sola premessa: tutte cose vere e non vere. Vere e non vere …
Dietro le finestre ogni cosa e una sola premessa: tutte cose vere e non vere. Vere e non vere …
La notte allora ti prende, lieve, ci credi a tutte quelle cose non vere, le afferri, le stringi donando in cambio tutte le cose vere, quelle tue, che non vuoi più. Da restituire al mittente, ovunque esso sia. Si scrutino nuvole e stelle.