Ponticelli, 24 giugno 2010 ore 15.46
Tra un po’ si spegnerà ogni voce, solo qualche trumbettella beneaugurante … poi nulla più.
Metteranno a coricare i motorini, i nennilli dalle facce scure. Le ultime donne, sempre frettolose e mai stanche, abbandoneranno il campo – una la vedo, raccolta in preghiera- e per un’ora e più potranno non essere. Solo le più giovani osano i bar.
Gli uomini assalteranno ora i caffè, ora i divani, e per un’ora e più saranno, finalmente, sicuri di essere.
S’ode l’Inno.
Intorno solo un cane, un branco.
Un patetico con le scarpe rotte.
Un ubriaco che non sa più.
Chi solo un’ora fa gridava: “e ‘nce ne costa lacreme ‘sta vita, preoccupazioni, sogni e notti insonni” mo che fa?
Stringe al petto i sospiri di un amico, e nell’attesa sobbalza. E ogni sobbalzo è uno squillo di tromba e ogni squillo mille schiocchi di baci e un caffè.
“Ma c’è calcio di punizione” … fragore di sedie e tutti in piedi.
All’insaputa s’alza un venticello fresco e con lui vortici di cartacce e mozziconi. Nessuno sgama. Perché, finalmente, nessuno più sa.
Nell’indifferenza generale mi muovo anch’io. Verso casa prima della fine. Inghiottita dall’attesa non sobbalzo … e ancora so.
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A CUOPPO CUPO POCO PEPE CAPE ...e... POCO PEPE CAPE A CUOPPO CUPO
giovedì 24 giugno 2010
‘Pe’ ‘n’ora ‘e bbene e tante d’amarezza … ’: Italia-Slovacchia, postcronaca civica
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2 commenti:
ma poi come fini?
:-P
'na chia****!!!
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