Illustre Signor Presidente del Consiglio, la crisi economica, politica e soprattutto di valori, che ci troviamo a fronteggiare viene da lontano: è figlia dell'accesa politica liberista di Margaret Thacer; è figlia della politica economica ed estera di Ronald Reagan che formò la base del movimento conservatore americano; è figlia di chi ha disdetto la scala mobile per i lavoratori negli anni 80; è figlia di chi ha fatto andare in malora le aziende di Stato per dimostrare la necessità delle privatizzazioni; è figlia di chi, a metà degli anni 80, fece del "più società e meno Stato" lo slogan per una politica i cui risultati si vedono oggi; è figlia di chi fece credere che l'avvento della televisione commerciale, senza regole, avrebbe liberalizzato un settore sotto il monopolio pubblico (i risultati sono sotto gli occhi di tutti); è figlia di una stampa in gran parte asservita al potere economico; è figlia del rampantismo degli anni 80; è figlia di una sinistra che ha subito il fascino dei maglioni di cashmir, dell'andare in barca e della famiglia Kennedy; è figlia dell'acquiescenza dei lavoratori e della involuzione del sindacato; è figlia di avidi e ciechi imprenditori; è figlia di imprenditori che hanno voluto diventare finanzieri; è figlia di chi sostiene che il mercato si autoregola; è figlia di chi aizza la gente che lavora nel privato contro quelli che lavorano per lo Stato; è figlia di manager pubblici assolutamente incapaci e con il mandato ad essere incapaci.
La crisi di oggi ha molti padri tra cui, stia tranquillo, non ci sono i politici. La classe politica di oggi, e anche degli ultimi venti anni, è cosi leggera, vaporosa, inconsistente, molle, flaccida, attenta solo a difendersi come casta, assolutamente incapace di incidere, nel bene e nel male, nel bubbone purulento di una società in crisi. La classe politica di oggi è, per nostra fortuna, sterile nel pensiero e infeconda nell'azione. La classe politica di oggi è immatura e indefinibile nelle voci come una scolaresca urlante lasciata senza maestro.
Lei, Signor Presidente, è in assoluto il miglior Presidente che questa Italia può avere in questo momento. Lei, Signor Presidente, è il figlio legittimo di un'epoca storica ben precisa: seconda metà degli anni 70, prima metà degli anni 80. Lei, Signor Presidente, ha comunque un'occasione unica per passare alla storia: dimenticare le sue origini politiche, dimenticare di avere un'opposizione, inconsistente com'è non le da molto fastidio, dimenticare i suoi interessi, tanto l'impero economico che ha creato le sopravviverà comunque, e dare a questo paese le leggi, non i decreti legge, di cui ha bisogno.
Come si fa? Faccia un corso "full immersion" di sei mesi per imparare a vivere da pensionato INPS, con pensione di non oltre ottocento euro al mese: ovviamente senza continuare ad abitare ad Arcore o a Palazzo Grazioli. Provi a prenotare una visita medica in una ASL. Provi a viaggiare con i mezzi pubblici. Si liberi di Ministri e Ministre che pendono solo dalle sue labbra. Si liberi di Ministri e Ministre vecchie scorie di partito. Si liberi di tutti i calciatori del Milan che guadagnano più di un primario ospedaliero. Faccia giocare giovani calciatori senza grandi pretese economiche. È più importante vincere lo scudetto della coerenza che le tante coppe europee della vanità.
Si guardi intorno nella società, nelle università, nelle testate giornalistiche che oggi contestano il Suo Governo, anche tra gli imprenditori ci sono quelli illuminati. Metta su una nuova squadra di Governo. Il Popolo Italiano vuole: un lavoro sicuro; una ricerca scientifica di qualità; una scuola, pubblica, di qualità, con grembiulino o senza, con maestri e insegnanti di qualità; un sistema sanitario, pubblico, di qualità, con medici ed infermieri attenti e disponibili; il popolo non può andare in cliniche americane a risolvere i propri problemi di salute; delle infrastrutture viarie ed un sistema di trasporto, pubblico, di qualità, con treni e autobus di qualità anche per i pendolari; banche che non imbroglino i clienti; società che gestiscono acqua, luce, gas e telefonia che non considerano il cliente un limone da spremere, anche perché sanno che c'è uno Stato che lo difende; polizia, carabinieri e guardia di finanza con i mezzi necessari a difendere il popolo; giornalisti di qualità, non asserviti ad alcun potere.
È chiedere troppo? È utopia? Faccia uno sforzo Signor Presidente, la storia è il più severo dei giudici e le leggi della storia nessun Parlamento le può modificare.