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A CUOPPO CUPO POCO PEPE CAPE ...e... POCO PEPE CAPE A CUOPPO CUPO

sabato 31 ottobre 2009

UNA PAROLA E' TROPPA E DUE SONO INUTILI

DUE FATTI GIA' SUCCESSI E , IN QUANTO TALI, INUTILI DA COMMENTARE. NE SENTIREMO PARLARE ASSAJE, MA PROPRIO ASSAJE. RIVEDREMO IL VIDEO E LE IMMAGINI FINO A CONVINCERCI DI AVER PARTECIPATO FISICAMENTE AD ENTRAMBI I FATTI GIA' SUCCESSI, SENTENDOCI ORA IL KILLER, ORA IL DEFUNTO, ORA IL DEFUNTO, ORA I KILLER. INTANTO QUESTI FATTI GIA' SUCCESSI, IN QUANTO TALI, NON CAMBIERANNO DI UN MIGLNOLO, NON SCOMPARIRANNO NE' SI RISOLVERANNO IN ALTRO MODO PER FARCI PIU' PIACERE. OGNI PAROLA A LORO RIVOLTA TORNERA' A RIEMPIRCI LA BOCCA.




" 'E muorte ca moreno c'à morte, quelli si mettono in santa pace e danno pace pure a noi. Ma chille c’avevan’ ‘a campà ancora e che, invece, moreno per volontà di un loro simile, no. Quelli non se ne vanno… Restano. Restano con noi. Vicino a noi… Attorno a nuie! Restano dint’ 'e segge… dint’ 'e mobile…! ‘A notte sentite : ” Tà…“. È nu morto ca s’è mmiso dint’ ‘o lignamme ‘e nu mobile. ‘Na porta s’arape? L’ha aperta nu muorto. Sott’ ‘o cuscino…dint’ ‘e vestite…sott’ ‘a tavula… Chilli muorte là restano…nun se ne vanno. E strillano comme ponno strillà. Perciò nun putimmo durmì ‘a notte, don Pasquà. "

E.De Filippo "Le voci di dentro" - 1948

venerdì 30 ottobre 2009

Uno spiccato accento pugliese


DICEVAMO DI COME, DOVE E QUANTO ME LA SIA SPASSATA A LEGGERE LE PRIME 23 PAGINE DI GOMORRA. UN PARIAMIENTO SENZA PRECEDENTI CHE ANCORA SENTO BUSSARE DI NOTTE. ANCORA PIU' SPASSOSO, SE E' POSSIBILE, E' STATO VEDERE IL FILM. NON TANTO IL FILM IN SE' QUANTO I DI LUI CONTENUTI SPECIALI, DOVE ALCUNI DEGLI 'ATTORI' VENGONO RIPRESI DURANTE I MOMENTI DI PAUSA O DURANTE DISCUSSIONI SU COME GIRARE UNA SCENA E COME SCEGLIERLA. NORMALISSIMA ROBA DA SET, INSOMMA. SAPPIATE, ALLORA, CHE IL BACKSTAGE DURA SOLO 19 MINUTI, EPPURE IN QUEI 19 MINUTI DI BACKSTAGE PUO' SCATENARTISI DENTRO UN MAREMOTO, PERCHE' IN QUEI 19 MONITI DI BACKSTAGE PUOI FINALMENTE VEDERE LE FACCE-CHE, SI', SI VEDONO ANCHE NEL FILM MA CON UN DIVERSO ARDORE. QUELLE FACCE E QUELLO CHE QUESTE FACCE DICONO NON TI ARRIVA SUBITO, MA DOPO UN ATTIMO. E DOPO UN ATTIMO SEI FREGATA, SI' FREGATA. TI HANNO FREGATO UN'ALTRA VOLTA E PURE SE PROVI, ANCORA UNA VOLTA, A GIRARTI DALL'ALTRA PARTE TI ACCORGI CHE ORMAI E’ FATTA E QUEL CHE E' UDITO, E' UDITO.

'TI FACCIO VEDERE IO COME SI UCCIDE UN CRISTIANO', 'NUJE QUANN' MANNAMMO 'A CHIAMMA' 'E PERZONE SIMM' ACCUSSI': AGGRESIVI', 'JE SO' GUAPPO FORE E DINTO 'O CINEMA' ... DIALOGHI CHE SEMBRANO CONTINUARE IL FILM, CHE LO CONTINUANO, ANZI.
D'ALTRONDE, MI CECASSERO SE PROVO A NEGARLO, GOMORRA QUESTO E':UN FILM CHE CONTINUA E CHE, A VOLTE, RARAMENTE, SPORADICAMENTE E PER VIA DEL TUTTO CASUALE, TI RISERBA ANCHE QUALCHE LIETO FINE. 3 IN TUTTO SONO I LIETO FINE CONTATI FIN’ORA: QUELLO DELLA STORIA DI MATTEO VENOSA E MARCELLO D'ANGELO, DI SALVATORE FABBRICINO E DI BERNARDINO TERRACCIANO. TUTTI E TRE ARRESTATI. E’ BENE.
NIENTE DA AGGIUNGERE NE' DA DIVIDERE (Cit.)



MA VENIAMO PER UN ATTIMO ALLA VITA DI TUTTI I GIORNI:
CERCANDO NOTIZIE SU QUESTO VENOSA MI SONO IMBATTUTA IN UN ARTICOLO, A TRATTI BUFFO, PUBBLICATO SU REPUBBLICA DEL 5.GEN.2009. TALE ARTICOLO, RIFERENDOSI A VENOSA, RECITA: "CAPOZONA DALLO SPICCATO ACCENTO PUGLIESE NELLA PELLICOLA DI GARRONE". MA, DICO, MAH!
QUI SI CONFONDE IL DIALETTO CASERTANO CON QUELLO PUGLIESE! E VI SEMBRA NORMALE? MA NON CI SI DOCUMENTA -SE ANCORA CE NE FOSSE STATO BISOGNO- PRIMA DI BUTTAR GIU' RIGHE A CASO SU UNA SIMIL TESTATA, POI? E NESSUNO CHE SI SIA PRESO LA BRIGA DI ANDARE A CORREGGERE LE BOZZETTE?
TUTTO PER QUEL "JE VE TAGLIO 'A CHEPA", ECCO "CHEPA" HA FATTO CASCARE L'ASINO CHE SI CELAVA NEL GIORNALISTA. UNA 'A' CHIUSISSIMA CHE, NE SIAMO CERTISSIMI, NELLA MENTE DELL'AUTORE HA RICHIAMATO QUELLA BEN PIU' FAMOSISSIMA "MADONNA DELL'INCORONETA".

E SI TRASSE IL DADO.

IN CASA MIA, A VOLTE, NON MUORE NESSUNO


La ricerca, condotta con l'insegnante Bezzi Giuliana, è stata realizzata dai bambini e dalle bambine di 5°A e 5° B della scuola elementare di Paradiso A, Carrara.
Il titolo di questa pagina è stato ispirato dal libro di Marcello D'Orta, Mondadori Editore. Le domande rivolte ai bambini sono state tratte dal volume di Renzo Vianello e Maria Laura Marin "La comprensione della morte nel bambino", Giunti Editore, Firenze, 1985.


Secondo te che cosa vuol dire la parola morto?


° Vuol dire che una persona o un animale non può più compiere azioni col corpo sulla terra per mancanza di risorse vitali, per malattia, per omicidio o anche per vecchiaia.


° Mi fa pensare ad un defunto sdraiato sul pavimento.


° "Vita spenta" cioè quando la vita si spegne se ne va.


° Tristezza dispiacere è una parola molto brutta.


Cosa pensi che succeda quando qualcuno muore?


° Per un certo tempo può stare lì, con le persone più care anche se nessuno ti vede e dopo si va dentro la tomba in cui ti mettono le persone che conosci e cadi in un sonno profondo.


° Se ne va in paradiso e qualche lacrima scende ogni tanto.



I bambini possono morire?


° Sì, i bambini possono morire se succede qualcosa di grave, ma a volte no, perché secondo me ci sono gli angeli che li aiutano.


° Certo i bambini possono morire per una malattia, o per qualche cos'altro, ma certi possono anche vivere.


° Si, i bambini possono morire, perché in questo mondo è pieno di guerre e poi basterebbe anche un filo elettrico.



Tutti devono morire?


° No perché nel mondo non ci sarebbe più uno in vita.


° Si quasi tutti devono morire.


° Si tutti devono morire quando si è troppi.



Cosa fa uno quando è morto?


° Lo portano al cimitero e poi è morto. In casa mia, a volte, non muore nessuno.


° Non parla non vede, rimane solo dentro una tomba in un buco al cimitero.


° Quando le persone sono morte stanno con la loro anima in paradiso a guardare cosa succede ai propri cari.

mercoledì 28 ottobre 2009

"Erano i cinesi che non muoiono mai"

STAMANE MATTINA HO INZIATO A LEGGERE GOMORRA. SOLO OGGI. PRIMA PROPRIO NON HO POTUTO IN QUANTO CONVINTA CHE IL LIBRO, A DIFFERENZA DEL FILM, MI AVREBBE SPACIATO DEFINITIVAMENTE. E COSI' E' STATO. CERTO E' CHE CI SI E' MESSO ANCHE UN CASUALE E SFORTUITO EVENTO AD ALIMENTARE I MIEI MALESSERI FINO AD IMPEDIRMI DI LEGGERE OLTRE LA PAG.23 -E SIAMO SOLO AL PRIMO CAPITOLO.
BENE, QUESTO PRIMO CAPITOLO S'INTITOLA 'PORTO' E INDOVINATE DOVE MI TROVAVO IO A LEGGERE DEL PORTO? DAVANTI AL PORTO.
CONVERRETE CHE GIA' DA BRAVA NAPOLETANA NON HO ALCUNA DIFFICOLTA' A COMPRENDERE LA PESANTEZZA DI OGNI PAROLA FERMATA NERA SU BIANCO; CHE NON DEVO FARE ALCUNO SFORZO D'IMMAGINAZIONE CHE GIA' VEDO LE CASE, I GARAGE, I VOLTI E NE SENTO LE PUZZE; CHE POSSO GUARDARE TUTTO AD OCCHI CHIUSI PERCHE' CI SONO GIA' DENTRO. MA SAPERE E COMPRENDERE SONO DUE COSE DIVERSE, ED IO STAMATTINA HO COMPRESO COSE DA ME RISAPUTE: LEGGEVO E VEDEVO LE STOFFE - LE TOCCAVO QUASI- E I GIOCATTOLI, GLI OROLOGI, LE SCARPE E PERFINO I BULLONI. TUTTO ERA A DUE PASSI DA ME E PENSAVO: SE TACESSERO PER UN ATTIMO LE MACCHINE E QUEI CORNUTI DEI MOTORINI, POTREI UDIRE ADDIRITTURA IL CHIACCHIERICCIO QUASI SUSSURRATO DI QUESTI NEGROMANTI CHE ACCOLGONO E FANNO SPARIRE "TUTTO QUELLO CHE ESISTE" PER FARLO POI RIAPPARIRE QUALCHE DI' PIU' TARDI A MODENA COME A MONACO; OGNI FURGONCINO CHE MI SI AFFIANCAVA POTEVA ESSERE UNO DI QUELLI STREGATI... CHE ADEMPIE ALLA SUA MAGIA NELLA NORMALITA' DEL TRAFFICO MATTUTINO. ED IO LI, NEL BEL MEZZO. OGGI COME IERI, COME DA QUANDO SONO NATA A DOMANI. POI HO AUSCULTATO IL SILENZIO DI QUESTO POSTO, DI "QUEST'APPENDICE INFETTA" CHE MI TENEVA MENTE COSI' DA VICINO E MI SONO VOLTATA DALL'ALTRA PARTE, VERSO IL FRASTUONO, IL CHIASSO, IL TRAFFICO DELLE PAROLE URLATE, LO SCHIAMAZZO DEI PASSI VELOCI, SEMPRE VELOCI. QUESTO CHIASSO COPRE IL SILENZIO DEL PORTO BAUSAN. LA FRETTA NE COPRE I RUMORI, LI ANNEGA E LI NEGA; LE URLA MINACCIANO LE PAROLE.
TUTTO ACCADE SENZA ACCADERE, TUTTO "PRIMA CHE IL TEMPO INIZI".


martedì 27 ottobre 2009

"NO vuol dire NO e SI vuol dire ZOCCOLA"


"NO vuol dire NO e SI vuol dire ZOCCOLA", così titola da oggi il mio Blog e così il mio Facebook. Ne sono convinta e nessuno riuscirà mai a farmi sentire in errore.
A voler essere puntigliose il titolo dovrebbe essere lungo quanto la Divina ma, suntando, dovrebbe recitare almeno come segue: "NO vuol dire NO e allora poi ti stuprano e SI vuol dire ZOCCOLA dunque se poi ti stuprano nun ce sta cchiù 'nu cazz' 'a fa".
In entrambi i casi va contemplato lo stupro, è doveroso -almeno verso noi stesse- metterlo nel bilancio di famiglia onde evitarci sorpresine disgustose. Quello di Montalto è stato solo un 'pensare ad alta voce', dietro ci sono secoli di storia e storie che, se riassunti, andrebbero a coincidere precissimamente con il titolo del mio post, del mio Blog, del mio Facebook e con il mio nome e cognome.

GF10 ovvero così ti combatto l'omofobia, così tiro fuori il cattolico che è in te e la sciattezza che tanto ci è mancata

Ieri la prima puntata dell'inatteso GF10: 40 concorrenti, minacciano, per tanti e tanti mesi di casa. E come è nel modus operandi degli autori, anche quest'anno gli inquilini risultano riflettere alla perfezione questo nostro tristo paese: ci sono donne, uomini, bone, boni, brutte (leggasi ragazza normale), giovani, adulti, ricchi, poveri, orfani, maritate, cattolici, gay e trans. Direi che mancano solo un paio di anziani dall'ospizio, un latitante, un tossicodipedente riabilitato e il cugino della bella stronza. Peccato, però che il gay, il cattolico e la ragazza normale siano in nr° di 1 per categoria, a uso promemoria insomma -metre, come tutti ben sappiamo, di questi tipi qua ne puoi trovare anche 2/3 per condominio. Comunque: un unico gay , oca ed effervescente, messo lì a sfidare gli omofobi; un solo cattolico, messo lì a sottolineare che la fede può abitare anche un uomo bello e dannato; una ragazza normale, tanto normale da presentarsi 'in carne' e vestita alla 'come viene', messa lì a condannare il tacco, il trucco e il parrucco. Una sfida difficile, così si presenta questa nuova edizione del GF, una battaglia su più fronti dalla quale usciremo tutti e per l'n-sima volta sconfitti.

lunedì 26 ottobre 2009


La mia sembra essere la generazione mancata, mancante, manchevole. Oltre a quelle poche strocche che ci dipingoo come "quelli che avevano i pattini a rotelle che si allungavano insieme al piede, che giocavano a forza 4, che aspettavano il film delle 20.30, e che c'avevamo sempre l'album Panini" ...di noi, noi bambini degli anni '80, non resterà un granchè. Non un terremoto, non una scossa; solo un farsi spettatori dei tempi che ci cambiavano sotto i piedi...fino a vederli gemere, questi tempi, senza avere la possibilità di prestar loto un respiro.
E di questi gemiti siamo i primogeniti.
L'infanzia, quella sì ci è stata amica. Quella che ancora ci si stringeva dentro un'unica famiglia, larga e accogliente... proprio quella famiglia che i nostri beniamini animati non avevano mai avuto. Ecco, questo è stato il nostro punto triste: non avere amici animati con i quali condividere i nostri giorni spensierati. Sempre troppo impegnati loro a cercare di crescere senza genitori o a cercarli, questi genitori, per tutto il mondo. Nessuno che se la passava più o meno bene, e noi, bambini, ad immedesimarci in tutte quelle piccole disgrazie quotidiane. E non solo le storie di questi sfortunati orfanelli erano più che tristi, ma già nella sigla d'inizio potevi farti un'idea di quanto la vita era stata meschina con loro. E non riuscivi a non pensarci quando, supina nel tuo letto, cercavi l'ultimo pensiero prima di addormentarti: come non pregare per la dolce Sara? Come non rammaricarti per Candy o Georgie? Come non chiederti perchè mai al mondo esistano unicamente bambini così tanto infelici? Ma forse, dico forse, proprio cotanto strazio ha fatto sì che noi crescessimo con uno spessore ed una complessità interiore che oggi è comprensibilmente impensabile. Tale compelssità però, se da un lato ci ha resi più propensi alla riflessione o all'introspezione, dall'altra non ha fatto altro che complicarci di molto la vita e le notti. Resta di fatto che, ad oggi, tali aspetti non trovano impiego -non pubblico almeno-, non vengono pesati e non fanno alcuna differenza. Potrebbero servire solo in un modo: fritti, dotandosi preventivamente di una padalla abbondante di olio.
Vano è rimasto, dunque, il sacrificio di tutti quei bambini che per noi hanno patito sofferenze senza fine, tra orfanotrofi e mamme adottive molto poco amorevoli; mortificati e maltrattati sempre, sia nel corpo che nell'anima. A loro va il mio post, e a quei geni che ne scrivevano le sigle.

domenica 25 ottobre 2009

LE MUSICIEN

"Une nuit, les enfants d'un foyer sont réveillés par une étrange mélodie. Ils vont être entraînés dans le monde du Musicien, un inquiétant personnage né de leurs cauchemars. Seule, Lucy, une fillette sourde et muette peut déjouer le piège du Musicien et sauver ses amis."


LE MUSICIEN
Caricato da Premium-films-Tv. - Animazioni e video artistici

venerdì 23 ottobre 2009

Là dove si gela il genio.

È un posto freddo dove ogni spirito che ivi si porti onde recar sollievo alle sì stanche membra, non troveracci che gelo. Un genio al gelo non potarria librarsi più in alto di un frusciante acaro, né gli sarria possibile più di questo volteggiar nell’aire. Con l’alma in piena , il cardio in pena e il sogno in penna andrà… per funesti muschi e scintillanti stormi. Riposerà giammai il suo pensare. Soffocherà giammai il suo parlare. Ma taccerassi. Financo il die cadragli in seno, freddo, austero, fredaustero.


da bp.ilcannocchio
31/12/2007

giovedì 22 ottobre 2009

Quando è sempre troppo tardi


Mi dicono che il convento in questione sia quello di Marigliano (NA) e mi confermano che il parroco era già chiacchierato da molto tempo prima dell'intervento delle Iene, e che qualcuno aveva pure pensato di dirlo ma alla fine proprio non ce l'aveva fatta. E allora a cosa e a chi sono servite queste chiacchiere? Possibile che cotanto chiacchiericcio non sia mai arrivato in alto? E, in tal caso, in che modo si era pensato di intervenire? Forse si attendeva uno stupro? Semmai pure ai danni di un bambino... evvai!!! Questo sì che avrebbe sconvolto tutti e tutte, sai l'indignazione nel paese!!! Meraviglia e sgomento, rabbia e sete di vendetta, paura per sé e per i suoi.
Invece nessuno stupro, solo qualche palpatina in vece della consueta parola di conforto ...e tutto tace e niente si muove.
Poi qualcuno squarcia il velo e prontamente si pone rimedio allo scomodo confessando, per l'occasione, che già qualche voce era arrivata -e che, deduco io, non si era pensato di intervenire in alcun modo- e che il fraticello già in precedenza era stato segnalato e perciò trasferito in un altro convento, quello di Marigliano appunto.
Per dinci che linci!
Adesso però il frate non è più operativo, è stato spogliato e messo in condizioni di non palpare più. E sia!
Eppure io dubito, fortissimamente.

mercoledì 21 ottobre 2009

Munirsi di regolare biglietto all'entrata


Certo che se a 13 anni ti violentano in 8 e per 3 ore, sei proprio una gran mignotta!

Non c'è dubbio, niente che scagioni la ragazzina, niente che ne smacchi la reputazione. Quelli devono essere stati per forza bravi ragazzi altrimenti avrebbero agito diversamente e in 10, inoltre, se solo uno di essi fosse stato un ragazzo almeno un po' cattivo, vuoi vedere che non se ne sarebbe accorto nessuno? Niente, ogni indizio è a carico di quella, quella cosa sporca che, a ben guardare, dovrebbe solo che ringraziarli quelli del paese: "se avessi avuto 17 anni, mi sarei messo in fila anch'io", così ha commentato un anziano. Quale miglior segno di apprezzamento, quale complimento più bello verso una che a 13 anni forse già era andata con un altro o con altri 4? Ma il signior anziano non ha provato schifo versa quella li, anzi, le avrebbe addirittura fatto omaggio del suo pene. E quella semmai ha pure pianto leggendo l'ingenuo pensiero di quest'arzillo anziano?
Ma che razza di donne stiamo crescendo!
Piuttosto voglio vedere quando la smetteremo di andarcene in giro come normali abitanti del creato, quando ci convinceremo che se decidiamo di trasgredire a certe regole tutto quello che ne viene ce lo siamo cercate se non addirittura meritate.
Fate pure le emancipate, ragazzine mie, uscite con le amiche, divertitevi, ma poi siate pronte a pagarne l'amaro prezzo e non dite che Montalto non vi aveva avvisate!


Anche il sindaco però non è niente male. Portatemelo qua che sento di doverlo abbracciare

Invece ero un calesse: file not found /3


Così ristando mi accorsi di non esser sola. Quante anime sazie che dai rettilinei s’erano allontanate fino a me. "Ognuna di queste si cela dietro un dito" -mi dicevo- "nasconde il volto a testa china e non riposa mai. Non c’è sollievo in questo cammino". Solo osservando il prossimo mio così da vicino mi vidi vagabonda e dolente fingere di non patire alcuno. Fuggendo la retta via avevo fuggito mani e pedate, occhi e sguardi e non avevo più nulla con me, solo ciò che fuggir non si può: me. Mi ero rispinta in fondo, di mia sponte, in preda a tutte le facoltà di intendere e di volere. E adesso non volevo più e non intendevo e ogni mia facoltà non mi sorrideva più. Bisognava andare via e bisognava anche avvertire il resto del purgatorio.
Ma così non feci, convinta che anche loro, guardandomi, avrebbero compreso e deciso.
'Sì cogitando salutai, mi girai e me ne andai, monca di bussola.

martedì 20 ottobre 2009

CSI - NESSUNO FECE NULLA *







Era un anno fertile per il grano, come mai in passato: era tutto in abbondanza.
Era un anno fertile per il grano, come mai in passato: era tutto in abbondanza.
Quelli che erano malati cronici e che tanto desideravano la morte,
consegnarono finalmente con un sorriso
l'anima a dio
l'anima a dio
l'anima a dio.

Nei giorni dei grandi temporali il cielo era rosso,
la pioggia portava con sé la polvere dei deserti d'oltremare.
I vecchi dissero: ci sarà la guerra.
I vecchi dissero: ci sarà la guerra.
Nessuno prestò credito alle loro parole e nessuno fece nulla. NESSUNO FECE NULLA!

Cosa si poteva fare contro la profezia?
Solo cantammo per intere giornate,
cantammo per intere giornate fino a restare senza voce,
per potere consumare tutte le vecchie canzoni,
perché non ne restasse nessuna che venisse sporcata dal tempo.
Perché non ne restasse nessuna.

Quando intravedono il primo cadavere per strada le persone voltano la testa,
vomitano e perdono i sensi.
Vomitano e perdono i sensi.
Senti il tremore per primo nelle ginocchia, poi ti manca l'aria e ti gira la testa.
Sono d'aiuto in questi casi l'acqua fredda e leggeri schiaffi.
Se lo svenuto non rinviene sdraiatelo sulla schiena e sollevategli le gambe in aria.
Se il cadavere di quel giorno era un suo parente o comunque un suo vicino, non permettetegli di avvicinarsi e di guardarlo:
le ferite causate dalle granate sono in genere causa di un nuovo svenimento,
le ferite causate dalle granate sono in genere causa di un nuovo svenimento
e non si ha tanto tempo a disposizione, MAI.
Non si ha tanto tempo a disposizione, MAI.

È raccomandabile piangere.
È raccomandabile piangere.
È raccomandabile piangere fa bene al cuore.
Ma neppure per questo c'è molto tempo.
Non c'è mai molto tempo a disposizione.

Se la città è in stato d'assedio, occorre mandare i più coraggiosi a tentare di portare i sacchi di plastica opachi per i cadaveri.
Se questi non tornano, bisogna avvolgere i morti in lenzuoli bianchi.
Mi raccomando: coprire i morti o nei sacchi appositi o in lenzuoli bianchi, non si può seppellirli senza.
Non è raccomandabile seppellirli senza, fa diffondere il panico,
fa diffondere il panico: la paura della morte diventa facilmente la paura di finire sepolti allo stesso modo, senza uno straccio bianco, senza un pezzo di plastica nera intorno.

La sepoltura si svolge di notte, SEMPRE, ricordatelo:
la sepoltura si svolge di notte per motivi di sicurezza, perciò, prima della sepoltura, bisogna accertarsi per bene dell'identità del sepolto.
Nel caso di corpi dilaniati bisogna stabilire con precisione i pezzi che appartengono a ciascun corpo. Se si verificano ugualmente degli errori è meglio evitare di ammetterlo successivamente: NON BISOGNA MAI AMMETTERE UN ERRORE.
Tanto per i morti è lo stesso.
Se vicino alla persona che è stata sepolta, sul luogo dell'uccisione si trovano alcune parti del corpo, e si è però già provveduto alla sepoltura, non bisogna gettare i resti nella spazzatura.
Non bisogna gettare i resti nella spazzatura, perché poi in genere arrivano i cani affamati.
Poi arrivano i cani affamati.

La cosa migliore, se uno ha tempo e voglia, è di raccogliere in un sacchetto tutto quello che è rimasto, e di seppellirlo in superficie vicino alla tomba. Bisogna stare attenti che non se ne accorgano i familiari perché loro concepiscono il cadavere come un tutt'uno e tale frammentazione rappresenterebbe per loro una ulteriore, dolorosa frustrazione.

In guerra nessuno è matto o ,almeno, ciò non si può asserire nei confronti di nessuno. Molti di quelli che erano matti prima della guerra, in guerra si comportano molto bene, come combattenti coraggiosi. E sono convinti delle idee dei loro capi.

In guerra nessuno è intelligente: non devi credere alle verità di nessuno. Le lunghe disquisizioni sull' insensatezza della guerra del professore di una volta, in un battere d'occhio si trasformano in un selvaggio grido di guerra, appena egli viene a conoscenza del fatto che il suo bambino è giù, morto in strada.

Non ricordarti di nulla.
Prova a dormire senza sonno.
Devi ornarti di amuleti, e abbi fede nel fatto che ti aiuteranno.
Abbi fede in qualsiasi sogno.
Abbi fede in qualsiasi segno.
Ascolta attentamente il tuo ventre, il tuo ventre: LA PANCIA!
Agisci secondo le tue sensazioni:
se pensi che non bisogna camminare per quella strada, vai per un'altra strada.
Fidati!
Non devi avere paura di niente,
la paura genera paura,
la paura genera paura,
ti blocca!
Devi credere fermamente di essere stato prescelto a restare vivo.

Non lasciare lavori compiuti a metà.
Salda i debiti.
Devi essere pulito. Sempre!
Non fare nuove amicizie, già con quelle vecchie avrai abbastanza preoccupazioni.
Proteggi i ricordi: le fotografie, le prove scritte del fatto che sei esistito.
Se tutto brucia, perdi tutto.
Se ti prendono tutto, dovrai dimostrare a te stesso che una volta tu ERI.
Ammassa tutto nei sacchi di plastica, seppellisci nella terra, mura nelle pareti.
Nascondi.
E solo ai tuoi più cari svela la mappa per raggiungere il tesoro.

Non ti legare alle cose,
non ti legare alla terra,
non ti legare ai muri,
non ti legare alle case,
ai gioielli,
alle automobili,
agli oggetti d'arte,
alle biblioteche.
Trasforma in denaro tutto ciò che ancora ha un prezzo...
trasforma in denaro tutto ciò che ha ancora un prezzo,
e tuttavia non legarti in alcun modo al denaro...
non legarti al denaro.
Appena puoi, scambialo con la tua libertà.
Appena puoi, scambialo con la tua libertà.
Ti servirà per cambiarlo con la tua libertà!


*tratta dal diario di guerra del bosniaco Nedžad Maksumić

venerdì 16 ottobre 2009

Fondotinta, mascara, creme e gloss … tutti rimpolpanti perché la donna, oggi, je deve dà de polpa!

E non si possono mica portare in giro boccucce pallide e semmai pure sottili o ciglia scarne e semmai pure dorate o visi pallidi e semmai pure rigati. Ragazze, siamo mica cessi!
D’altronde la storia umana lo racconta: la donna sfatta, trasandata e semmai pure in carne non fa audience, non tira, non acchiappa, non serve. Serve invece una donna brillante ma di brillantini, magra ma sostanziosa, liscia in volto e depilata tutt’intorno. Sai che porca figura poi quando, messa a sedere sui divanetti, sorride in camera socchiudendo gli occhi semmai mentre tutti gli altri intorno commentano quel gol annullato che poi a vederci chiaro non era manco fuori gioco e forse l’arbitro dovrebbe essere solo che ucciso ché qui non si sta mica giocando a palla?!?
Poi dicono le quote rosa. Poi dicono che alle donne viene lasciato poco spazio, che le donne vengono costantemente sottovalutate o, meglio, ignorate, che ogni donna nelle TV come nel quieto vivere viene strumentalizzata nel corpo e oscurata nella parola. Ipocrisia mista a ingratitudine, quest’è!
Non è forse la donna protagonista indiscussa di tutti gli spot? E non è forse lei l’unica a cui è concesso di stare sempre, comunque e a prescindere seminuda dovunque? E non è forse lei l’unica a cui è dato di mostrare tutto il suo mondo anche quello interiore?
Che sia in una biblioteca o sul corso principale all’ora di punta, non fa differenza: il suo nudo impera e la sua magrezza è d’obbligo -eggià perché la polpa alla donna è concessa solo nel cosmetico, di più nin zi può- ; e poi anche quando la si trovi vestiva essa è pur sempre lì per mostrarti i suoi voleri più reconditi: così puoi apprezzarla mentre fa la spesa, mentre deterge il pavimento, mentre va a fare un provino da VJ -fortunatamente con l’assorbente giusto-, mentre va ad una riunione importante vestita con quello che ha trovato penzoloni fuori le altrui finestre.
O pure puoi vederla sghignazzar mentre affonda piccoli sculaccetti nel sederotto della sua amica e la sua amica ricambia. E entrambe ridono, sculettano e ridono, quasi in preda ad una crisi di risa. E che se poi passa uno che vuole partecipare agli sculacci che je voi dì?
Ma il mondo della donna, più che la strada è soprattutto la casa. È li che lei vive ed affronta piccoli drammi che, fortunatamente, l’uomo dei detersivi è sempre pronto a risolverle: il lavello che s’ottura, lo smacchiatore che non smacchia, il calcare che nun se leva, il bidet che è un cesso, i figli che ti tornano a casa seminando fango verde e il giardiniere che irrompe con una pompa seminando un po’ di germi in giro. E che giornate di merda ragazze mie, è normale che poi in una vetrina piena di ninnoli tu ti metti a desiderare le scarpe rosse della commessa! Per non parlare degli assorbenti, quelli più vicini al cu…ore di ogni donna, loro sì che sanno chi sei e di cosa hai bisogno: fare la ginnastica, uscire con le amiche, fare la ruota, spolverare anche ma protetta e odorosa. E i detergenti intimi allora? Ci vogliamo dimenticare di quello che detergendoti ti rispetta anche se sei stata perseguitata da un ex o violentata in uno sgabuzzino e addirittura se guadagni 1000 euro più del tuo uomo?
Di recente poi hanno scomodato anche l’Inno pur di farci comprendere, per farvi comprendere, che la calza che non stringe e non strappa, non stressa.

E allora benedette figliuole siamo pure gaie, sentiamoci pure protette e sicure, convinciamoci che il futuro è rosa e smettiamola una buona volta di sputarci nei piatti che la saliva è acida e a lavarla poi so’ cazzi nostra!

giovedì 15 ottobre 2009

Mi sono innamorata, e non è la prima volta!!!

La prima capitò più di qualche anno fa, di lui ricordo solo i capelli e le labbra rosse e un buffo cappello a pois. Poi più niente. All'epoca i mezzi erano quelli che erano, dunque mi limitavo a dedicare al mio amato qualche riga poetica scritta di mio pugno con la promessa che mai l'avrei rimosso dal suo posto. E così fu per tantissimi anni: egli rimase padrone indiscusso del mio cuore infante.
Un annetto fa, però, è accaduto ciò che si credeva non potesse accadere più ... e cioè che il mio cuore è tornato a scalpitare come un infante pur non più essendolo.
A suo tempo la cosa mi lasciò sgomenta: ''Ma non ti vergogni, a quest'età!'' così mi rintuzzavo a più riprese pregandomi di non mettere carne a cuocere. Ebbene, sebbene gli intenti, falii: gni notte il mio ultimo pensiero non era più il suo, ogni mio sussulto non lo riguardava più.
Così dovetti fare i conti con la vergogna prima e con il senso di colpa poi. Senso di colpa sì, perchè non ci si invaghisce di questa maniera di qualcuno con cui sai di non poter condividere nemmanco un setiero; e poi la vergogna...perchè la persona di cui parlo è femmina anch'essa, proprio comm'a me!
Una brunetta smorfiosetta e graziosa con gli occhi perennemente socchiusi- o chiusi- questo so di lei, questo ho potuto vedere. Nient'altro. Del resto neanche del mio primo lui sapevo un granchè, solo che vestiva in modo bizzarro e che era triste pur se gli abiti mentivano. Tutto il resto, tutto quello che ho saputo di lui fin quando non l'ho dimenticato, lo inventavo io:
io gli ho dato vita, io un nome, io una storia (che poi, caso strano, somugliava sempre di più alla mia), io un posto.
A questa brunetta che ha incrociato così tardi il mio cammino, però, io non riesco che a dedicare qualche sorriso o qualche pensiero gioioso di quando in quando, niente di più. Ho provato a raccontarla, a darle naso e bocca, a darle giorni e una storia totalmente diversa dalla mia ... ma ho fallito, miserrimamente. Colpa del cuore non più infante, colpa del guizzo che si è affossato in qualche truce pomeriggio di maggio. E allora, cara la mia bella, io resto muta e tu pure.
Io me ne resto qui, nascosta dietro a questo blog e a tutte quelle cose che da quel pomeriggio vennero e tu, ferma in una canzone e poi via.

mercoledì 14 ottobre 2009

C'era una volta un film

AGORÀ, il film su Ipazia di Alessandria. Alejandro Amenábar, 2009.


Ipazia (Hypatia; Alessandria d'Egitto, circa 370 – Alessandria d'Egitto, marzo 415) è stata una matematica, astronoma e filosofa greca. Pagana, la sua fama deriva soprattutto dalla sua uccisione da parte dei cristiani, che l'ha fatta considerare una martire del paganesimo e della liberta di pensiero. Nel marzo del 415, su ordine del vescovo Cirillo di Alessandria, un gruppo di cristiani fanatici sorprese la filosofa mentre ritornava a casa, la tirò giù dalla lettiga, la trascinò nella chiesa costruita sul Cesareion e la uccise brutalmente, scorticandola fino alle ossa (secondo alcune fonti utilizzando ostrakois - letteralmente "gusci di ostriche", ma il termine era usato anche per indicare tegole o cocci), e trascinando i resti in un luogo detto Cinarion, dove furono bruciati.

ATTENZIONE: quasi sicuramente il film non sarà distribuito in Italia, sarà censurato. Un membro del gruppo in contatto con il mondo del cinema ci ha comunicato che nessuna società italiana si è resa disponibile per la distribuzione e il doppiaggio del film per timore di irritare le gerarchie vaticane. La Mod Producciones (http://www.modmedia.es/), compagnia produttrice del film con la quale siamo in contatto, ci conferma che la pellicola in Italia non è stata acquistata (mentre ciò è avvenuto in Gran Bretagna, Francia e Germania!). Si tratta dell'ennesimo capriccio cattolico, l'ennesimo sfregio alla libertà di pensiero, di opinione, di espressione in questo Paese. È venuto il momento di dire basta! Oltre a sfruttare questo gruppo come punto d'incontro per i fan del film, è opportuno utilizzarne il potenziale per far conoscere "Agorà" agli italiani che ne ignorano l'esistenza, e soprattutto per costituire un movimento di opinione che possa far pressione affinché la pellicola trovi distribuzione in Italia."Movimento di opinione": causa comune. Questo gruppo porta avanti una causa comune, non la causa di un singolo. Esortiamo quindi tutti i membri a essere partecipi diffondendo la conoscenza del gruppo e della sua causa in Internet, e invitando tutti i propri amici di Facebook a iscriversi.
Per concretizzare i nostri obiettivi abbiamo organizzato una petizione formale rivolta a Canal + España, Cinebiss, Himenóptero, Mod Producciones, Telecinco Cinema, e alla Twentieth Century-Fox Film Corporation.

PETIZIONE PER LA DISTRIBUZIONE DEL FILM IN ITALIA : http://www.petitiononline.com/agorait/petition.html
VI CHIEDIAMO GENTILMENTE DI INSERIRE NOME E COGNOME E NON PSEUDONIMI VARI (del tipo Nonna Papera e il Papa, stiamo lavorando per un'iniziativa seria)!
**********************************
SITO UFFICIALE: http://www.agorathemovie.com/
TEASER: http://www.youtube.com/watch?v=-WSU-hh2j2g
TRAILER: http://www.youtube.com/watch?v=f-xH0lHUs9c
CANALE YOUTUBE: http://www.youtube.com/user/agorathemovie
PAGINA WIKIPEDIA: http://it.wikipedia.org/wiki/Agora

domenica 11 ottobre 2009

Il Papa non è acqua, la fa

[...]

«Seguendo il «faro» di santa Maria della Croce, al secolo Juanne Jugan, che si prese cura non solo delle piaghe e delle sofferenze degli anziani, ma soprattutto «della dignità dei suoi fratelli e delle sue sorelle in umanità resi vulnerabili dall'età, riconoscendo in loro la persona stessa di Cristo. [...] Questo sguardo compassionevole sulle persone anziane [...] Jeanne Jugan l'ha portato nel suo servizio gioioso e disinteressato, svolto con dolcezza e umiltà di cuore, facendosi povera tra i poveri», «accettando serenamente il nascondimento e la spoliazione fino alla morte».

Padre, mai una parola debita! Mai un accenno a chi non accetta la spoliazione ma la infligge; a chi, gioioso e disinteressato, volge a sè ogni sguardo, mietendo poveri tra poveri. Mai un monito per costoro, mai un rimprovero paterno, mai una strigliata. Solo un niente di niente che, sommato a tutti gli altri, rimbomba e non fa eco.



Ora mi chiedo: perchè richiamare alla memoria di noi umili e comuni mortali certi Fari che altro non fanno che illuminarci su ciò di cui siamo privi (sguardi compassionevoli, servizi disinteressati, povertà, nascondimento...)? Non sarebbe più utile a tutti ricordare unicamente certi 'scempi ecclesiali' sì da permetterci di non inorridire dinanzi ai nostri?

venerdì 9 ottobre 2009

Tal mi fece la bestia senza pace: file not found /2


Ah occhi miei, occhi di mare
come riuscite a farmi tanto male?


Non mi spiegavo eppure sapevo che era giusto. Occhio non vede, cuore non duole, ma occhio sì. Non bastava più la terra, quel sordo calpestio mi annientava i bulbi e allora, forza e coraggio, drizzai la testa. Non vidi nulla, non c’era niente intorno a me: solo il cielo stellato sopra di me e più di qualche legge del dolore dentro di me. Ero finita veramente in un brutto impiccio. Pensai allora di fare delle stelle il mio bastone, ma queste si nascondevano tra rami e foglie al primo soffio di vento e amen. Affidarmi alle leggi del dolore poi, esse mi avrebbero rispinto là dove 'l sol tace come da sempre era stato. E allora amen.

‘Sì cogitando mi sedetti, e lì ristetti.

mercoledì 7 ottobre 2009

File not found

E fu così che un dì di dicembre mi ritrovai per una selva oscura. Non avevo smarrito la retta via, anzi, l'avevo abbandonata di mia sponte per scoprirne di nascosto l'effetto. 'Vengo anch'io?' mi si disse. 'No!' mi dissi e così rispondendo mi avviai. Lasciai me dietro certi occhi e qualche sguardo, delle mani e qualche piede che -solo poi m'accorsi- s'era fatto pedata, e continuai.
Non guardavo mai indietro nè avanti, solo in terra e quello che calpestavo era tutto quello che vedevo, anche gli odori.
Non mancavo di niente, niente ricordavo e niente pativo. Solo un po' di dolenzìa a livello del collo degli arti inferiori. Note dolenti ma di facile gestione. Bastava, infatti, che disponessi il corpo in posizione seduta o supina e tutto tornava a non dolermi più. Feci così per del tempo che non oso quantificare e mi trovai bene finchè la dolenzìa non si spostò agli occhi.

Ah occhi miei, occhi di mare
come riuscite a farmi tanto male?


...te be continued...

martedì 6 ottobre 2009

<< L'ho fatto perchè me l'ha detto lui >>

Lo so, adesso dovrei commentare la pena anch'io dicendo che i due sucidi meritavano di più e che è sempre la stessa storia e che questo succede quando le città non vengono fatte a misura di donna e che 'stì giudici trovano sempre il modo di concedere le attenuanti e che i due hanno tentato di discolparsi con argomentazioni indubbiamente barbine e che chi è intervenuto lo ha fatto solo perchè al gabbio c'erano finiti due romeni dal momento che i cittadini italiani c'hanno un senso di giustizia che ce lo invidiano in tutto il mondo.... cose così insomma, buttate giù tra l'ironico e l'amaro ma si tartterebbe pur sempre di cose già scritte e già lette e, in quanto tali, inutili.



lunedì 5 ottobre 2009

Dicevamo 'ste donne / 2

Oggi ne ho incontrara una ruggente, scoperta grazie ad una donna speciale.

My friend has problems with winter and autumn
they give him prescriptions, they shine bright lights on him
they say it’s genetic, they say he can’t help it
they say you can catch it - but sometimes you’re born with it

my friend has blight he gets shakes in the night
and they say there is no way that they could have caught it in
time takes its toll on him, it is traditional
it is inherited predisposition

all day i’ve been wondering what is inside of me, who can i blame for it

i say:

it runs in the family, this famine that carries me
to such great lengths to open my legs
up to anyone who’ll have me
it runs in the family, i come by it honestly
do what you want ‘cause who knows it might fill me up

my friend’s depressed, she’s a wreck, she’s a mess
they’ve done all sorts of tests and they guess it has something to do
with her grandmother’s grandfather’s
grandmother civil war soldiers who
badly infected her
my friend has maladies, rickets, and allergies that she dates back to
the 17th century
somehow she manages - in her misery - strips in the city
and shares all her best tricks with me?

well, i’m well. well, i mean i’m in hell. well, i still have my health
(at least that’s what they tell me)
if wellness is this, what in hell’s name is sickness?
but business is business!

and business
runs in the family, we tend to bruise easily
bad in the blood i’m telling you ‘cause
i just want you to know me
know me and my family
we’re wonderful folks but
don’t get too close to me ‘cause you might knock me up

mary have mercy now look what i’ve done
but don’t blame me because i can’t tell where i come from
and running is something that we’ve always done
well and mostly i can’t even tell what i’m running from

i run from their pity
from responsibility
run from the country
and run from the city

i can run from the law
i can run from myself
i can run for my life
i can run into debt

i can run from it all
i can run till i’m gone
i can run for the office
and run from the ‘cause

i can run using every last ounce of energy
i cannot
i cannot
i cannot
run from my family
they’re hiding inside me
corpses on ice
come in if you’d like
but just don’t tell my family
they’d never forgive me
they’ll say that i’m crazy
but they would say anything if it would
shut me up.....

"Runs in the family"
Amanda Palmer

' LA TRIBU' ' non si fa e non si dice


Così Massimo Giletti durante la conferenza stampa di presentazione della 'nuova' DomenicaIn:
«Ho ricevuto una lettera, firmata da dieci avvocati, in cui mi si intima di non parlare, durante L’arena, del reality di Mediaset La tribù, dal momento che il tema che aprirà domani la nuova Domenica in, saranno i guasti del gossip. In sei anni del mio programma, non era mai successo che qualcuno cercasse d’impedirmi di parlare, tentasse di censurarmi. Forse dipende dal fatto che L’arena ha detto chiaro e tondo che i reality sono un pericolo, per la nostra tv e per la nostra società. E che quando ce ne accorgeremo sarà troppo tardi».

E' molto complicato riuscire a carpire il tipo di messaggio che l'arena ha voluto mandarci in tutti qiesti anni dal momento che ogni argomento che si è toccato è stato sempre accompagnato da schiamazzi da reality ... però se Giletti dice che all'arena hanno gridato anche contro questi ultimi noi dobbiamo crederci. Del resto chi se ne frega! La cancellazione de La Tribù non ha fatto altro che migliorare la qualità dei palinsesti e di conseguenza quella delle nostre vite - si mormora addirittura che grazie a questo non più reality show la Moric abbia addirittura trovato l'ammore! Che gioia!- . Però il domandarsi è d'uopo: perchè non si può parlare de La Tribù? Perchè addirittura la minaccia? Nè ma che è stat'?

sabato 3 ottobre 2009

venerdì 2 ottobre 2009

C’ero pure io ieri con la D’Addario D’A Santoro


E mi sono piaciuta molto. D’altronde il Santoro le aveva riunite quasi tutte: la puttana, la bigotta, la femminista e la fascistoide arrajata, dunque mi sono sentita anche io parte dello show. Ovvio che le altre hanno trovato ragion d’essere solo nella presenza della puttana, a nessuno interessano le blaterazioni di una neolaureata in giurisprudenza che fa del suo titolo il suo certificato di onestà morale ed intellettuale, tantomeno le farneticazioni di una femminista che ha l’ardire di farneticare in top! Ed ecco pronta la reazione della bigotta che interviene unicamente per sottolineare lo scollo. Ma quella dell’insapio mondo femminile è storia banale a confronto di quella di una puttana che “invece di dire che fa immagine o la modella dice di fare la escort”. Se poi quest’ultima se ne lascia dire di tutti i colori da chiunque prenda parola, allora lo show si fa succulento e non cambieresti canale manco se ti dovessero cecatte. E questo è quello che è successo a noi, a me e ai miei amici ieri sera. Tutti attaccati al video in attesa. Non so bene gli atri di cosa fossero in attesa, ma so per certo che io attendevo con ansia il momento in cui la Patrizia avrebbe speso due parole anche in sua difesa. Così non è stato e ancora non so spiegarmi il perché. So solo che il suo silenzio non è servito ad alcunché tranne, forse, a nutrire ulteriori inopportuni commenti da parte di chi la seguiva da casa. E questo è quello che è successo a me e ad un mio amico ieri sera:
Michele Santoro: “ Sentiamo cosa dice la signora D’Addario
il mio amico: “e mica la possiamo chiamare signora?”
io: “ perché no, se uno dei suoi clienti lo dobbiamo chiamare premier?”

Benissimo, mi sono detta, quest’enorme fronte che mi ritrovo continuerà a bruciarmi per l’eternità, e le mie guance si accenderanno sempre di questo rosso sanguigno fino a che vedrò Noi altre batterci tanto per smascherare il vile maschio - sia esso premier o spazzino-, per far sì che di esso si dica quanto si dice di noi, e poi, nel farlo, ci dimentichiamo di far rispettare noi stesse, di difenderci prima che i nostri interlocutori ci facciano apparire come donnucole prive d’intelletto, seppellendo il nostro dire sotto macigni troppo comodi per chi ci vorrebbe solo ansimanti o zitte.

QUI AnnoZero minuto per minuto, o quasi

giovedì 1 ottobre 2009

29.09.09 - Le 7 domande che hanno inchiodato Berlusconi

di Marco Travaglio e Elio Veltri
Esercizio di memoria per ragazzi: 2 querele per “falsità“, 2 sconfitte pagate 115 mila euro.
Signor Berlusconi, potrebbe rispondere pubblicamente a queste domande?

Premessa: la Banca Rasini di Milano, di proprietà negli anni Settanta di Carlo Rasini, è stata indicata da Sindona e in molti documenti ufficiali di magistrati che hanno indagato sulla mafia, come la principale banca utilizzata dalla mafia per il riciclo del denaro sporco nel Nord-Italia. Di questa Banca sono stati clienti Pippo Calò, Totò Riina e Bernardo Provenzano, negli anni in cui formavano la cupola della mafia. In quegli stessi anni il Sig. Luigi Berlusconi lavorava presso la Banca, prima come impiegato, poi come Procuratore con diritto di firma e infine come Direttore.


1) Nel 1970, il procuratore della banca Luigi Berlusconi ratifica un’operazione molto particolare: la banca Rasini acquisisce una quota della Brittener Anstalt, una società di Nassau legata alla Cisalpina Overseas Nassau Bank, nel cui consiglio d’amministrazione figurano Roberto Calvi, Licio Gelli, Michele Sindona e monsignor Paul Marcinkus. Questo Luigi Berlusconi, procuratore con diritto di firma della banca Rasini, era suo padre?

2) Sempre intorno agli anni Settanta il Sig. Silvio Berlusconi ha registrato presso la banca Rasini ventitré holding come “negozi di parrucchiere ed estetista”, è lei questo Signor Silvio Berlusconi?

3) Lei ha registrato presso la banca Rasini, ventitré “Holding Italiane” che hanno detenuto per molto tempo il capitale della Fininvest, e altre 15 Holding, incaricate di operazioni su mercati esteri. Le ventitré holding di parrucchiere, che non furono trovate a una prima indagine della guardia di finanza, e le ventitré Holding italiane, sono la stessa cosa?

4) Nel 1979 il finanziere Massimo Maria Berruti che dirigeva e poi archiviò l’indagine della Guardia di Finanza sulle ventitré holding della Banca Rasini, si dimise dalla Guardia di Finanza. Questo signor Massimo Maria Berruti è lo stesso che fu assunto dalla Fininvest subito dopo le dimissioni dalla Guardia di Finanza, fu poi condannato per corruzione, eletto in seguito parlamentare nelle file di Forza Italia, e incaricato dei rapporti delle quattro società Fininvest con l’avvocato londinese David Mills, appena condannato in Italia su segnalazione della magistratura inglese?

5) Nel 1973 il tutore dell’allora minorenne ereditiera Anna Maria Casati Stampa si occupò della vendita al Sig. Silvio Berlusconi della tenuta della famiglia Casati ad Arcore. La tenuta dei Casati consisteva in una tenuta di un milione di metri quadrati, un edificio settecentesco con annesso parco, villa San Martino, di circa 3.500 metri quadri, 147 stanze,una pinacoteca con opere del Quattrocento e Cinquecento, una bibliotca con circa 3000 volumi antichi, un parco immenso, scuderie e piscine. Un valore inestimabile che fu venduto pe r la cifra di circa 500 milioni di lire (250.000 euro) in titoli azionari di società all’epoca non quotate in borsa, che furono da lei riacquistati pochi anni dopo per circa 250 milioni.(125.000 euro). Il tutore della Casati Stampa era un avvocato di nome Cesare Previti. Questo avvocato è lo stesso che poi è diventato suo avvocato della Fininvest, senatore di Forza Italia, Ministro della Difesa, condannato per corruzione ai giudici, interdetto dai diritti civili e dai pubblici uffici, e che lei continua a frequentare?

6) A Milano, in via Sant’Orsola 3, nacque nel 1978 una società denominata Par.Ma.Fid. La Par.Ma.Fid. è la medesima società fiduciaria che ha gestito tutti i beni di Antonio Virgilio, finanziere di Cosa Nostra e riciclatore di capitali per conto dei clan di Giuseppe e Alfredo Bono, Salvatore Enea, Gaetano Fidanzati, Gaetano Carollo, Carmelo Gaeta e altri boss – di area corleonese e non – operanti a Milano nel traffico di stupefacenti a livello mondiale e nei sequestri di persona. Signor Berlusconi, importanti quote di diverse delle suddette ventitré Holding verranno da lei intestate proprio alla Par.Ma.Fid. Per conto di chi la Par.Ma.Fid. ha gestito questa grande fetta del Gruppo Fininvest e perché lei decise di affidare proprio a questa società una parte così notevole dei suoi beni?

7) Signor Berlusconi da dove sono venuti gli immensi capitali che hanno dato inizio, all’età di ventisette anni, alla sua scalata al mondo finanziario italiano? Vede, Signor Berlusconi, tutti gli eventuali reati cui si riferiscono le domande di cui sopra sono oramai prescritti. Ma il problema è che i favori ricevuti dalla mafia non cadono mai in prescrizione, i cittadini italiani, europei, i primi ministri dei paesi con cui lei vuole incontrarsi, hanno il diritto di sapere se lei sia ricattabile o se sia una persona libera.

P.S. Dato che lei è già stato condannato in via definitiva per dichiarazioni false rese ad un giudice in un tribunale, dovrebbe farci la cortesia di fornire anche le prove di quello che dice, le sole risposte non essendo ovviamente sufficienti.

NOTA – Le sette domande sono state pubblicate ne “L’odore dei soldi” di Elio Veltri e Marco Travaglio (Editori Riuniti) 2001. Quindi note a tutti i parlamentari del Partito delle Libertà, della Lega e all’opposizione. Berlusconi ha intentato due cause agli autori del libro: la prima, per diffamazione, si è conclusa nel 2005 con l’assoluzione dei due autori e la condanna a Berlusconi: 100.000 euro di spese. La seconda – richiesta di risarcimento per diffamazione a mezzo stampa – è stata respinta dal Tribunale di Roma con l’obbligo del pagamento di 15.000 euro da parte del querelante. Carlo Costelli, dipartimento di Fisica & e INFN Università Sapienza, Roma, informa che questo testo in italiano, francese, inglese, spagnolo, tedesco è a disposizione su http://sites.google.com/site/carlocosmelliwebsite/Home gruppo facebook. Sta per entrare in rete la traduzione in arabo, giapponese, olandese.