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sabato 27 dicembre 2008

Ripropost

Volevo un gatto nero - invece questo è bianco - eppure me lo tengo! inviato il 11/1/2007 alle 15:23

Se proprio si vorrà tornare alla mia vita precedente, non si dovrà camminare a lungo:una zampa di elefante, una coda di cavallo, una camicia fiorita, un sobrio tubino, occhiali spessi, stivaloni a zeppa. Parrucche e bijoux. Nata a Napule nel primissimo 1950, studente in lettere in pieno BOOM 68ttino. Studente modello, dal cervello quadrato. Matite colorate(forse pennelli) e vinili da compagnia. Sigarette ossute bianche e lunghe. Un gatto. Bianco! Il mio migliore amico scriveva di film su un giornale e, in certe ore vuote e fredde, giocava a scrivere di poesia. A volte poi, la poesia gli serviva da spunto per entrare con tutta l’anima in storie che non gli appartenevano, che forse non esistevano.. ma lui le annusava, dunque da qualche parte pur esistevano. E fu sempre di lui che mi innamorai. La prima volta. E anche l’ultima. Bastavano i suoi sogni a riempirmi la vita. Ed io con i miei pennelli, dipingevo la sua. Sempre suo fu il mio primo bacio. Mio fu il suo primo bacio. Ma i tempi erano acerbi e per quel futuro non c’era tempo.
La mia migliore amica dipingeva le unghie ad anzianotte signore dall’acquolina ancora giovane e, forse per questo, di acquolina, lei, non ne ebbe mai per nessuno. Sognava l’altrove. Non era mai lì dove la vedevi, era sempre chissà dove in cerca di chissà cosa e la musica….con la musica spesso l’accompagnavo anch'io nei suoi viaggi. E l’altrove, da lì era bellissimo. Anche il ritorno al “qui” non era male, perché vi era l’assoluta certezza che quell’altrove nessuno ce lo avrebbe mai potuto toccare.
Non so precisamente come e quando lasciai lì le mie penne. Fatto sta, che le lasciai giusto in tempo per ri-trovarmi al mondo nel più recente 1979. Ma credo, dico –credo-, che l’ultimo giorno della mia precedente vita, passeggiando verso casa, incrociai gli occhi di mia madre. Mentre qualche balcone intonava: