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A CUOPPO CUPO POCO PEPE CAPE ...e... POCO PEPE CAPE A CUOPPO CUPO

lunedì 31 marzo 2008

giovedì 20 marzo 2008

Arte povera, ovvero povera Arte

Torno a voi dopo un breve periodo di silenzio. Un silenzio nè sofferto nè forzato, solo il tipico silenzio a cui si è costretti quando non si ha niente da dire. E torno, dicevo, acché la mail che ho ricevuto non resti nella casella di posta a consumarsi lentamente fino ad essere dimenticata. Copio incollo paro paro:

Nell anno 2007, Guillermo Vargas Habacuc, un finto artista, ha preso un cane di strada, lo ha legato con una corda corta ad un muro di una galleria d'arte e lo ha lasciato morire lentamente di fame e di sete.
Per parecchi giorni, l'autore di questa orribile crudeltà e i visitatori di questa galleria d'arte sono stati spettatori impassibili dell' agonia del povero animale, fino a quando finalmente questo è morto di fame e di sete, sicuramente dopo essere passato per un doloroso, assurdo ed incomprensibile calvario.
Ma non è tutto: la prestigiosa Biennale Centroamericana di Arte ha deciso, incomprensibilmente, che la bestialità che aveva appena commesso questo individuo era arte, ed in questo modo tanto incomprensibile Guillermo Vargas Habacuc è stato invitato a ripetere la sua crudele azione in fortuna Biennale in 2008.
Poi, fortunatamente, Barbara mi spiega meglio e mi aggiusta un pò l'umore. Secondo alcune indagini la situazione sarebbe molto diversa da quella che appare: il protagonista dell'opera sarebbe uno dei tanti cani randagi che quotidianamente muoiono di fame davanti ai nostri occhi. L'intento dell'artista era quindi quello di dimostrare l' indifferenza nei confronti di un essere vivente mortente. Il crudo esperimento ha centrato il punto: in tanti, io compresa, si sono commossi per la morte del povero animale, dimentichi che, lontano dai riflettori, sarebbe morto ugualmente.
Certo se si fosse solo sfiorata la tragedia, se il cane fosse stato salvato in extremis, sono sicura che l'esperimento avrebbe raggiunto comunque lo scopo...

Approfitto del presente post per augurarvi una BUona PAsqua... da domani sarò via, vado a mettere un pò la testa al fresco!


sabato 15 marzo 2008

Mastroianni-Vitti





-Dramma della gelosia-
M.Mastroianni-M.Vitti
(
1970)

venerdì 14 marzo 2008

Se sondaggio ha da essere

...sia!
Da egine un sondaggino formaggino muy interessante, lo trovate nella homepage.

ITALIANI! Al voto!
Che tanto noi Italiani sembriamo avvezzi, non vediamo l'ora, appena c'è da votare noi ci presentiamo e votiamo. E allora...


giovedì 13 marzo 2008

Un'ora sola ti vorrei, pure due, ma poi bbasta!




IO vi avevo già consigliato...

il Munaciello vi spiega meglio...!

Ottocento

Fabrizio De Andrè - Ottocento -

martedì 11 marzo 2008

‘O VESUVIO

Overamente è ‘nu malato ‘e core
e ‘o miedeco ll’ha ditto ‘e nun fuma’
pecché, si fuma, certamente more
e manco ‘o Pateterno ‘o po’ salvà.

Pirciò se sta quieto, zitto e muto
se cura cu fermezza e vuluntà:
‘o ssape ca si sgarra s’è futtuto
e ‘o berzagliero nun ‘o po’ cchiù ffa’.

Mo dorme...e sonna ‘o diavolo cu ‘e scelle
ca, ‘e notte, ‘o jeva sempe a sfruculia’
cellechianno ‘e penne d”o cappiello
ca ‘o facevano’nzisto: ‘nu gagà.

Pe’ chistu fatto, ‘e vvote, smaniava
peggio ‘e ‘nu toro ch’ha da torea’:
sputava fuoco, cennere e scuppiava
vuttanno prete e llava ‘a ccà a llà.

...E mo nun fuma cchiù! Ma ‘o figlio ‘e ‘ndrocchia
‘o ffa pecché se vo’ fa perduna’
‘e guaie ch’ha fatto e doppo, senza macchia,
quanno se sceta turnarrà a fuma’.

Giuseppe Cangiano


Da “Nun me tuccate Napule”
-1982 -

Intanto su LibMagazine...


... si segnala una new entry da non sottovalutare.

Coraggiosi e sfontati siamo noi di LibMag.

"Coraggio e sfontatezza, non chiacchiere e distintivo"!
(Parola Del Padre)

domenica 9 marzo 2008

Mi ha detto Tizio che gli ha detto Caio che Sempronio

Mi ha detto Tizio che gli ha detto Caio che Sempronio, riflettendo sul perché e il percome il sole sorge, gli ha detto che anche quando questo sembra non sorto, è sorto comunque, solo che noi non lo vediamo. Poi mi ha detto Tizio che Caio gli ha detto che Sempronio nel dirgli questo ha fatto così con le braccia, come a formare un cerchio sulla sua testa e che quando ha ridisteso le braccia, a Caio era sembrato che nella stanza fosse entrata qualche goccia di luce in più. Allora io ho chiesto a Tizio di chiedere a Caio di chiedere a Sempronio come fosse possibile una cosa del genere e Sempronio ha risposto che l’unica spiegazione possibile è che noi, umani, vediamo tutto ciò che vogliamo, unicamente quello e che, per questo, saremmo in grado di vedere e non vedere qualunque cosa basta volerlo o non volerlo ed ha aggiunto: “ W la mamma! ”.

La carta igienica del munaciello, finalmente è arrivata

sabato 8 marzo 2008

Rose e mimose

Per festeggiare degnamente la nostra festa vi consiglierei questo film. ..Così, tanto per non lascirci andare ad abominevoli festeggiamenti.. chè tra qualche anno ci toccherà (ri)sfilare per il voto.



"Quando da bambina mamma mi diceva -sei antipatica a tutti-, io le credevo e piangevo."

giovedì 6 marzo 2008

Forse non è mai troppo tardi


Tina Lagostena Bassi

' Rigida, composta, coraggiosa. La prima a introdurre la parola “stupro” e a sconfiggere, con termini asciutti e crudi, raccontando e attaccando, la vergogna delle donne violentate, dando loro forza e speranza nella giustizia. Fu lei a difendere i diritti di Donatella Colasanti contro Angelo Izzo nel famoso processo sul Massacro del Circeo. E fu lei, nel 1979, a far sì che si portasse in tv un processo per stupro, il primo a porte aperte della storia italiana, provocando un impatto eclatante sugli spettatori. Nella sua arringa appassionata, sosteneva agguerrita: " Se la donna viene trasformata in un’imputata, si ottiene che non si facciano denunce per violenza carnale. Secondo me è umiliare una donna venire qui a dire non è una puttana… una donna ha diritto di essere quello che vuole, senza bisogno di difensore, e io non sono difensore della donna, io sono l’accusatore di un certo modo di fare i processi per violenza, ed è una cosa diversa… Tutto si cerca di sporcare. "
[…]Tra le fondatrici del
Telefono Rosa, dal 1994 al 1995 Tina Lagostena Bassi ha anche ricoperto il ruolo di presidente della Commissione Nazionale parità e pari opportunità tra uomo e donna, presso la presidenza del Consiglio dei ministri. E recentemente, nel clima caldo sul tema “aborto“, in televisione non aveva esitato a pronunciarsi sulla legge 194: “La 194 dà alla madre il diritto assoluto di essere portata a conoscenza dello stato del feto”. '

Tutto questo, credo, avrebbero dovuto ricordarlo anche prima, vita natural durante, soprattutto per le giovani generazioni a cui si accenna nell’articolo.
( Video da non perdere)


mercoledì 5 marzo 2008

Iddio laudi il prossimo mio come se stesso

Nic ed Egine (se non ci fossero bisognerebbe plasmarli) mi avvertono che su LibMag c'è un mio pezzetto !bum!:



" 'E muorte ca moreno c'à morte, quelli si mettono in santa pace e danno pace pure a noi. Ma chille c’avevan’ ‘a campà ancora e che, invece, moreno per volontà di un loro simile, no. Quelli non se ne vanno… Restano. Restano con noi. Vicino a noi… Attorno a nuie! Restano dint’ 'e segge… dint’ 'e mobile…! ‘A notte sentite : ” Tà…“. È nu morto ca s’è mmiso dint’ ‘o lignamme ‘e nu mobile. ‘Na porta s’arape? L’ha aperta nu muorto. Sott’ ‘o cuscino…dint’ ‘e vestite…sott’ ‘a tavula… Chilli muorte là restano…nun se ne vanno. E strillano comme ponno strillà. Perciò nun putimmo durmì ‘a notte, don Pasquà. "
Eduardo De Filippo, “Le Voci Di Dentro”, 1948

Badate bene a quel che dite

Mi interrogo spesso sulla preghiera e su quanto questa, col suo formulario antico e preciso, possa dirci sugli esseri a cui la rivolgiamo, se, lontani da ogni turbamento emotivo e nel pieno delle nostre facoltà razionali, ascoltiamo parola per parola quello che ci fu detto di dire.

Il bambino che si prepara a frequentare il primo anno della scuola elementare, inizia a fare i conti con le prime forme di apprendimento: lettura di un testo, memorizzazione, elaborazione delle nozioni apprese, ricostruzione delle stesse. In questo processo il bambino inizierà a sperimentare le proprie capacità cognitive e metacognitive fino ad arrivare, in età più adulta, a rielaborare le nozione apprese, a decontestualizzarle, applicandole ad ambiti diversi da quelli scolastici. Nel caso della preghiera, invece, tutto ciò non sussiste. Questa ti viene presentata come un ipse dixit (ma ipse chi?) che prescinde dal ragionamento e da interpretazioni personali. Nient’altro è che una sequenza di formule da memorizzare, una sequenza vuota se alla cantilena non accompagni una certa passionalità emotiva che ti porta a credere o a sperare che la sola recitazione possa quantomeno renderti meritevole di ciò di cui hai bisogno. E così ti ritrovi, adulto, a riuscire a recitare a memoria un intero rosario pensando ad altro senza sbagliare neanche una parola. E qui casca l’asino. Questa recitazione passiva, frutto di un apprendimento altrettanto passivo, ci spinge a dire qualunque cosa si crede dovremmo dire per essere degni abitanti di queste terre. riverenza
Sorvoliamo su Ave Maria e Padre Nostro, omaggi reverendissimi a Maria e al nostro Padre e soffermiamoci sull’ Atto di Dolore e l’Atto di Fede.
L’ Atto di Dolore, espressione di pentimento ed ammissione dei propri peccati recita così: “Atto di dolore, mio Dio mi pento e mi dolgo con tutto il cuore dei miei peccati, perché peccando ho meritato i tuoi castighi. ”. Castighi è la parola chiave. Questa sola parola porta con se due grandi verità che noi, a nostra insaputa, confermiamo ogni qual volta ci doliamo dei nostri peccati.
A) Dio è vendicativo. Il chè mi va a cozzare con l’idea del Dio misericordioso. Non c’è perdono per te, peccatore. Eppure sul finale della preghiera si accenna proprio alla divin misericordia “Signore, Misericordia, perdonami”. Mhm.
B) Se si è detta una bugia, se si è nominato il nome di Dio invano, se ci si è dimenticati di santificare le feste, ammettiamo di essere meritevoli del castigo al pari di chi ha rubato, ucciso, o peggio ancora, fornicato!
L’Atto di Fede, dichiarazione di fede e d’amore, recita così: “Mio Dio, perché sei verità infallibile, credo tutto quello tu hai rivelato e la santa Chiesa ci propone a credere”.
Tentativo un po’ goffo da parte dell’umana Chiesa di assicurarsi una fedeltà cieca e sorda, ottusa, acritica, che noi, nel dichiararci fedeli a Dio, le assicuriamo ..con tutte le amare conseguenze che una tal total fedeltà comporta.

Il post è finito,
andate in pace.

lunedì 3 marzo 2008

L'acqua è poca e la papera affoga!

Giacchè non avrò tanto tempo da dedicare al blog in questi giorni e giacchè ho comunicazioni importanti per voi, ve le comunico tutte in un post e Ammèn!

1. Da una mail di NicPic (passaparola)







Fondazione Pangea Onlus, da anni impegnata per dare alle donne del mondo che hanno subito violenza l'opportunità di riscattarsi ed emanciparsi, ha deciso di aiutare anche le donne in Italia.
Nasce
pangeaprogettoitalia, in collaborazione con Donna Moderna, per sostenere le attività di 4 centri antiviolenza italiani.
Dall'1 al 20 marzo 2008 invia un SMS al 48584 e donerai 1 euro a pangeaprogettoitalia, contribuendo ad aiutare le donne italiane vittime di violenza. Telefonando allo stesso numero da rete fissa Telecom Italia donerai 2 euro.
Aiutaci a finanziare le importanti attività dei centri antiviolenza che quotidianamente danno la possibilità alle donne maltrattate e ai loro figli di uscire dalla violenza e ricominciarea a vivere con dignità.
SEGNALA LA NOSTRA CAMPAGNA DI RACCOLTA FONDI A TUTTI I TUOI AMICI.INSIEME POSSIAMO CAMBIARE LE COSE.
Su
www.pangeaonlus.org troverai maggiori informazioni sul progetto e sulle attività organizzate in occasione della Giornata Internazionale delle Donne.

2. Dal blog di Metilparaben

Premio D eci e lode

L'amico Metil ha ben pensato di assegnarmi un premio :"Premio D.eci e lode" (come dargli torto:) addicendo codesta motivazione: " siccome mi è capitato spesso di dover citare i blogger che mi piacciono, e ogni volta le regole del gioco mi hanno imposto di tralasciarne qualcuno, assegno il premio a tre blogger che non ho mai avuto modo di segnalare: per cui, gente, ecco a voi BloggerPerfecto, MissWelby e 5Lire. "
Ringraziando l'amico Metil per avermi ritenuta degna di cotonto riconoscimento, m'appresto ad esporvi il regolamento nonchè il/la destinatari@ del mio premio:
REGOLAMENTO:
° esporre il logo del "Premio D eci e lode", che è il premio stesso, con la motivazione per cui lo si è ricevuto. E' un riconoscimento che indica il gradimento di una persona amica, per cui è di valore (sotto c'è il pratico "copia e incolla");
° linkare il blog di chi ha assegnato il premio come doveroso ringraziamento;
se non si lascia il collegamento a questo post già inserito nel codice html del premio provvedere a linkare questa pagina (sotto c'è il pratico copia e incolla);
° inserire il regolamento (sotto c'è il pratico "copia e incolla");
° premiare almeno 1 blog aggiungendo la motivazione.

Passando alla mia premiazione, il destino mi suggerisce di premiare Barbara, ed io non posso fare altrimenti... non fosse altro che per quella sottile linea argento che ci unisce

(QUI tutti i 'copia-incolla' del caso)


3. Su Blogmagazine i candidati del "Blogawards" di Marzo



Scientia homini lupus (ripropostum, riveduto e corretto)


Giunte poi ad una certa età

punge vaghezza di dimandar:

‘Ma in questo mondo qua,

già tanto oppresso,

a cosa serve l’uomo?

Solo al sesso?’.

No perché, e ditemi se sbaglio,

è allora, quando centra il suo bersaglio,

che il maschio sente d’essere appagato

..quando il seme fa del frutto il suo creato.


Ma la scienza non ristagna

sul cucuzzolo a guardare

non sonnecchia

lasciando i pollici a girare.

Studia questa, si,

vò parè bella..

e toglie all’uomo pure

sabato 1 marzo 2008

M'è cascato un altro asino, è ferito ma non è morto.

Marzia è un nome proprio di persona italiano femminile.

Varianti
Femminili: Marzina, Marsina, Marzialina, Marziana, Marzietta, Marcia, Marciana, Martana.
Maschili: Marzio, Marziale, Marzino, Marziano, Marsino, Marsilio, Marciano

Etimologia
Il nome deriva dal gentilizio latino Martius, poi divenuto il nome proprio Marcia ovvero Martia. Letteralmente significa "di Marte", quindi "dedicata a Marte", il dio della guerra che era veneratissimo a Roma e che ispirò anche altri nomi quali Marco, Martino e Marcello.

Onomastico
L'onomastico si festeggia il 21 giugno in onore di Santa Marzia di Siracusa.

Santi e Beati
Santa Marzia, martire a Siracusa insieme a san Rufino.
Santa Marzia, martire del IV secolo, commemorata il 1 marzo.

Persone
Marzia viene nominata da Dante nel Canto I del Purgatorio e nel Convivio, come esempio di fedeltà. Si tratta di Marcia (Dante ne ha italianizzato il nome), figlia del pretore Lucio Marcio Filippo, la giovane e virtuosa moglie di Catone Uticense. Questi la cedette (secondo l'usanza del tempo, anche se fatto raro) all'oratore Quinto Ortensio che tuttavia morì pochi anni dopo, lasciandole una cospicua eredità. Marzia allora decise di tornare dal primo marito.
Marzia, madre del filosofo
Seneca, alla quale è idealmente indirizzato il dialogo Ad Marciam de consolatione.

Prestare attenzione alle voci “Onomastico” e “Santi e Beati” chè l’asino m’è cascato proprio in quel punto. Difatti sono svariati anni che festeggio il mio Onomastico l’ 1 Marzo. Festeggio poi… è una parola grossa. Difatti sono svariati anni, dal 1998 per la precisione che mi contraddistingue, che sono l’unica a farmi gli auguri in questo santo giorno. Caso vuole che da qualche anno s’è unito pure il Munaciello ai miei festeggiamenti dunque adesso, finalmente, siamo in due a festeggiarmi. Cosa questa che se da un lato mi riempie il cuore di gioia, dall’altro me lo riempie di sgomento. Essì. Chi glielo dice adesso al Muna che m’ero sbagliata? Con che faccia mi presento a lui dicendogli che il regalo che mi ha fatto forse io non lo merito perché la mia santa si festeggia a Giugno? Credo, me misera, che sarò costretta a tacere per oggi. Credo, me misera, che sarò costretta a prendermi il regalo in silenzio e con gli occhi bassi, vergognandomi. Poi allo scoccare della mezzanotte e un minuto gli svelerò l’atroce errore, sì da permettergli di adempiere ai suoi doveri nel giorno prestabilito dalla Chiesa.

Mi si permetta però una parente(si). Un’altra orrenda scoperta mi colpisce in questo ex giorno del mio onomastico: “Come si vede è realmente esistita una santa Marzia, di lei non si sa niente solo che era martire e che comunque è ricordata il 21 giugno”. Bravi! Complimenti vivissimi! È stata martirizzata una donna e di lei si sa solo questo, null’altro. Non si sa perché, non si sa di quale atroce peccato si era macchiata, non si sa chi era, che faceva, che diceva, come la pensava… non si sa un cazzo di niente.

Ma jatevenne affancul!