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A CUOPPO CUPO POCO PEPE CAPE ...e... POCO PEPE CAPE A CUOPPO CUPO

domenica 30 novembre 2008

Gli scavi di Pompay




Di MARZIA CANGIANO
La lotta per la parità dei diritti sembra destinata a trasformarsi velocemente in lotta per la sopravvivenza di genere; il buon vecchio focolaio, che vive solo nei ricordi dei più fortunati, ci appare oggi come una riuscitissima trovata pubblicitaria utile a convincerci che è nel biscotto mattutino il segreto della felicità. Ma la realtà è ben più feroce e non cela nel biscotto alcun segreto. (continua..)


Di CIRO MONACELLA
Le rappresentazioni cinematografiche della dittatura argentina conservano un fascino inalterato per motivi che di rado coincidono con le ragioni per cui gli argentini stessi continuano ad interrogarsi sull’odioso regime di Jorge Rafael Videla.
Innanzitutto il pregio nero di quella storia è nella funzione paradigmatica che essa svolge nell’esibire con essenzialità il lurido gioco politico della penultima fase della guerra fredda; altro pregio è nell’universalità etnica del popolo argentino, al cospetto del quale si svilisce ogni giustificazione ideologica fornita alle precedenti barbarie del Novecento calamitate da gruppi etnici o sociali chiusi: il popolo argentino è assieme indio, spagnolo, tedesco, italiano, francese, etc. ; in ultimo, ad arricchire la portata di quella vasta tragedia sopranazionale, s’impongono fratture concettuali quali la percezione dello Stato come nemico in una deriva atroce del contratto sociale, e l’urgente questione della libertà individuale estremizzata nell’aut aut vita o morte. (continua..)


mercoledì 26 novembre 2008

Saviano paga, Benigni non rilascia neanche lo scontrino


Si sente spesso parlare, straparlare, di quanto sia valso a Saviano, in termini di liquidità, il caso o caos Gomorra: “ha fatto il libro, ha fatto il film, s’è fatto pubblicità, s’è fatto il soldi e si lamenta!”. Indubbiamente Saviano avrà economicamente beneficiato di cotanto successo, che poi l’abbia pagato con l’esilio poco interessa l’importante è chiacchierare. E allora si chiacchieri anche di un altro ometto che, al pari di Saviano, ha approfittato di un libro per andarsene in giro per i teatri di tutta Italia, arricchendosi senza aver fatto sforzo alcuno. Il nostro Benigni è da anni che ci impartisce lezione d’amore con la lettura de La Divina Commedia, un testo altrui che ha solo ripreso e riletto ma grazie al quale darà a campare a molte generazioni. E non gli è costato impegno, e non gli è costato esilio.
Tutto aggratis.

Leggi anche:

Chiusura Malpensa


martedì 25 novembre 2008

Scomparsi per finta

HO APPENA RICEVUTO QUESTA MAIL:

Mia figlia di 13 anni, Ashley Flores, è scomparsa da due settimane.Può succedere che se tutti fanno girare questo messaggio, qualcuno vedrà questa bambina. Così facendo una bambina scomparsa di Steven Point è stata ritrovata anche facendo circolare la sua foto alla televisione.Internet circola anche oltre-mare, in Sud America, Canada ecc. Per favore fate inoltrate questo messaggio a tutte le persone della vostra rubrica. Grazie a Dio e a tutto ciò che di spirituale esiste, questa bambina sarà ritrovata.

Non è ancora troppo tardi.

PER FAVORE AIUTATECI

Chiunque sia in grado di dare delle informazioni al riguardo, per favore mi contatti:
HelpfindAshleyFlores@yahoo.com
Tutte le vostre preghiere saranno preziose!!!

SUBITO DOPO, PERO', MI E' ARRIVATA QUESTA:

la ragazza scomparsa è una bufala:
http://attivissimo.blogspot.com/2008/04/in-cerca-di-ashley-flores.html

FERMATE LA CATENA

Mi domando: 'ma che mi avete preso per una ziarella?'

' Mamma non m'ama '

[...] Perché lo facesse non si sa, di certo lo ha fatto anche davanti a terzi e con un sadismo e una violenza patologici, disumani. Non solo: quando il bimbo urlava per il dolore lo imbavagliava come si vede fare nei film di torture e gli legava le mani legate dietro la schiena così che non potesse opporre resistenza. Oppure lo chiudeva in una stanza per ore, senza mai aprire, e impedendogli di piangere. Non solo: in alcune circostanze la donna si è addrittura spinta più in la abusando sessualmente del figlio. Sempre da legato, gli toccava le parti intime mettendo in pratica su di lui quelle prassi che sono tipiche dei comportamenti sadomaso più estremi.

Intanto Astrid vi aggiorna circa simpatiche scatolette tutte rosa!

lunedì 24 novembre 2008

Contro la violenza sulle donne

Piccolo riassuntino della manifestazione contro la violenza sulle donne di sabato 22 a Roma, foto e video di fratello Imprecario


NB: è tornato Libmagazine.
Tra tanto tanto altro vi segnaliamo la Taverni sul cult della Kefiah e il Monacella sull'ultimo film di Allen.

giovedì 20 novembre 2008

Confidenziale




GRATUITA’, LIBERA e INDIPENDENTE !!!


[ ... ] Si corre sempre il rischio di parlare al vento quando si sceglie di parlare di cinema, quell’immagine in movimento che sempre ci sfugge e trascende, che oltrepassa la dimensione spazio-temporale entro la quale siamo costretti. Il cinema è quello dell’esordinte Omar Pesenti (pag.37) e quello dei maestri Jodorowsky (’La montagna sacra’, pag.26), José Mojica Marins (pag.6), Louis Malle (’Le feu follet’, pag.29) ed Ermanno Olmi (’Il mestiere delle armi’, p.36); ma è anche lo scanzonato intrattenimento dei Clerks (pag.28) e l’oscena morbosità delle teen-ager italiche (’Un gioco da ragazze’, pag.35); il cinema è la sua negazione perché ‘Niente è come sembra’ (pag.25), ma lo puoi anche trovare nello sguardo spietato d’un Tomas Milian d’annata (pag.10); il cinema è quel qualcosa che prova a raccontarti un pezzo di realtà (’Giorni e nuvole’; pag.41) e quello che cerca la strada per poterti raccontare un qualche pezzo di realtà (’cinemautonome’, pag. 42); il cinema a volte è un festival che si svolge nella capitale (’Te lo meriti Alberto Sordi!’, pag.32), altre volte è un cortometraggio che venerdì 21 novembre presenteremo in anteprima a Lugano (’Sisifo’, pag.30), ed altre volte ancora è un film che puoi vedere pagando un biglietto (’The orphanage’, pag.12). E poi ci sono i casi in cui il cinema non è nemmeno cinema, ma una serie di immagini che narrano un’assenza (’In Absentia’, pag.14).

Documento di cattolici sul caso Englaro

Pensando ad Eluana Englaro i nostri primi sentimenti sono di affettuosa amicizia e di solidarietà nei confronti della sua mamma e del suo papà. Esaminando invece la situazione che si è determinata e scrivendo dall'interno della nostra Chiesa cattolica, non possiamo che esprimere il nostro sconcerto e la nostra amarezza per quanto riguarda la posizione dei vertici ecclesiastici che contribuisce a suscitare un grande e inopportuno clamore mediatico intorno ad una persona crocifissa su un letto da sedici anni.
Ci sembra che la pietà sia dimenticata e che non ci sia serenità nell'esaminare la situazione di fatto, avendo come riferimento le parole di speranza del Vangelo. Dio è il signore della vita e della morte e ad ogni essere umano tocca affrontare la conclusione dell'esperienza terrena, che è solo una fase della vita, accompagnato da chi lo circonda con dolcezza e rispetto, verso il futuro di felicità che ci prefigura la nostra fede. Ci sembra invece che ci si accanisca nei confronti di Eluana e che non si rispettino le sue precedenti accertate dichiarazioni di volontà prima dell'incidente, secondo la testimonianza dei genitori e di altri, e che non si prenda atto della sua attuale perdita definitiva della coscienza.
Ci sembra che, in questa vicenda, si manifesti una concezione meccanicistica e materialista della vita che è ben diversa da quella fondata sui sentimenti e sui valori spirituali vissuti coscientemente che caratterizza la visione cristiana della persona umana. Non ci può essere contrapposizione tra "principi" e "fatto" : il principio astratto della vita e il fatto di una "vita non vita". Anche la scolastica insegna che "contra factum non valet argumentum" che si potrebbe tradurre con : "i fatti sono incontrovertibili".

mercoledì 19 novembre 2008

lunedì 17 novembre 2008

Chi paga per i peccati dell’uomo? Mr. Card ovviamente…


Il 25 novembre si celebra la Giornata Mondiale contro la violenza sulla donna. Per l’occasione Telefono Donna - centro di ascolto e di consulenza per la donna e la famiglia in difficoltà, fondato l’ 8 marzo 1992 per iniziativa di Stefania Bertoccetti - ha ideato un manifesto dove è rappresentata una donna nuda fotografata dall’alto in una posa che ricorda molto quella del Cristo in croce. Su di un lenzuolo bianco messo a coprire le parti intime si legge il seguente testo “Chi paga per i peccati dell’uomo?
Immagine più che eloquente, ci sembra, e più che veritiera dal momento che solo il 4% delle donne vittime di violenza denuncia il proprio carnefice. Ma non bastano i fatti a mettere a tacere le coscienze che sempre scalpitano quando ci si accosta poco poco alla religione, la quale troppo spesso suona più come una prigione che come pio refugium.






VOTA LM


domenica 16 novembre 2008

Donna Cuncetta - Ernesto Radano

con dedica

venerdì 14 novembre 2008

martedì 11 novembre 2008

LA REPUBBLICA DELLE GAFFES

No, non possiamo risolvere tutto nella solita corale condanna dell'inopportunità berlusconiana. Non possiamo solo dire che Berlusconi discredita il Paese all'estero con le sue uscite infelici. Se qualcosa le elezioni americane hanno insegnato, allora dovremmo aver capito che Berlusconi parla a nostro nome, di noi tutti. E' la storia della rappresentatività, sì, ma non come l'intendiamo noi: cioè senza crederci affatto. Se McCain ha pronunciato le parole che ha pronunciato, e potete leggerle tradotte per noi da Antonello Guerrera in questo numero, pensate a come devono aver percepito la gaffe berlusconiana all'estero, specie in America. Per McCain e per Obama, e per i milioni di cittadini americani che li hanno votati, Berlusconi è il “nostro presidente”, ed immaginano che noi diamo a quest'espressione il valore che gli danno loro. Certo non è così, ma è così che appare, giustamente. Non è di Berlusconi l'uscita infelice dell'abbronzatura, è nostra. Non dicono che Berlusconi è cafone, dicono che lo siamo noi perché lo abbiamo scelto, perché è il “nostro Presidente”, ed è vero. Assolutamente vero. Berlusconi non ci discredita: siamo noi ad essere in debito di dignità. Siamo la Repubblica delle gaffes.

domenica 9 novembre 2008

Sisifo

Rapporto confidenziale - Rivista digitale di cultura cinematografica- presenta in anteprima Sisifo un cortometraggio di Matteo Botrugno e Daniele Coluccini
Soggetto di Andrea Esposito
Sceneggiatura di Daniele Coluccini, Matteo Botrugno, Andrea Esposito
Interprete: Simone Crisari

21 novembre 2008, ore 21.30 presso
Living Room Club
Lugano, via Trevano 89A
Nel corso della serata, verranno proiettati anche Chrysalis e EUROPA (2007), di Matteo Botrugno e Daniele Coluccini
Saranno presenti i registi e l'autore del soggetto.


Sinossi
Un uomo legge il giornale seduto ad un tavolo. Non si accorge che la stanza in cui è rinchiuso non ha porte, così come sembra non sentire i forti rumori provenienti dall’esterno. Qualche goccia di sangue gli esce dalla bocca. L’uomo si alza e si dirige verso lo specchio. A sanguinare è un dente: se lo estrae con forza e nota che la radice ha un aspetto anomalo. Da quel momento in poi l’uomo inizierà a prendere pian piano consapevolezza del mondo che lo circonda e della sua “missione”.

Note di regia
Sisifo è un viaggio nel corpo e nella psiche di un essere umano. Come nel mito di riferimento (in cui l’eroe condannato da Zeus spinge un masso fin sulla vetta di un monte per poi vederlo cadere e dover ripetere la sua fatica per l’eternità), il protagonista del cortometraggio è costretto ad auto-infliggersi una punizione corporale che, secondo lui, dovrebbe fargli trovare una via di fuga. Il film è costruito come un crescendo musicale, in cui pian piano l’uomo riesce a prendere consapevolezza della sua condizione di prigioniero. La speranza di poter superare le mura della sua prigione lo illudono fino a spegnere in lui ogni barlume di ragione. Ogni dente estratto è un passo in avanti verso una nuova scoperta. La sofferenza lascia spazio prima alla cieca caparbia e, successivamente, alla consapevolezza di aver agito inutilmente.La ciclicità e l’inutilità della “fatica” di Sisifo o, se vogliamo, di ogni essere umano, viene descritta con queste semplici e profonde parole di Albert Camus, autore de Le mythe de Sisife: “Il vivere sotto un tal cielo soffocante richiede che se ne esca o che vi si rimanga. Si tratta di sapere come se ne esca nel primo caso e perché si resti nel secondo”.Terzo capitolo della Trilogia della Prigione (preceduto da Chrysalis ed EUROPA), Sisifo è un racconto filosofico, carico del fascino della narrazione mitica, mascherato da horror.

http://confidenziale.wordpress.com
www.livingroomclub.ch


venerdì 7 novembre 2008

C'è tempo


La poesia finisce così per il momento, anzi non finisce. Cè tempo ancora. C'è tempo per .. parlare? camminare? ridere e scerzare? A qualcosa servirà questo tempo! A qualcuno di sicuro.