-

A CUOPPO CUPO POCO PEPE CAPE ...e... POCO PEPE CAPE A CUOPPO CUPO

domenica 29 giugno 2008

Pino Daniele: a domanda risponde

"..lo ripeto, non sarei esistito come artista se non fossi nato a Napoli, durante i miei concerti si crea un rapporto davvero eccezionale con il pubblico di Napoli, soprattutto con i giovani. Solo i napoletani riusciranno a salvare Napoli."
dal libro 'Pino Daniele un uomo in blues'


Pino Daniele bidona miseramente i suoi fans napoletani: il concerto dell' 8 Luglio, che doveva tenersi allo stadio San Paolo prima e all' Ippodromo di Agnano poi, si terrà invece a Piazza del Plebiscito con tanto di telecamere per la diretta TV. Ma Pino non si scusa per il contrattempo, anzi, alza la posta per farci tenere la posta: «La tv mostrerà la faccia pulita di Napoli, noi canteremo insieme, napoletani e non, la nostra voglia di riscatto»; canta che ti passa, avrebbe potuto aggiungere, ma si è taciuto. Meglio così. Fatto sta che sono circa 3.000 sinora i biglietti rimborsati sugli oltre ventimila già venduti dopo l’annuncio del posto unico (20 euro) di fronte ai tre ordini di posti previsti originariamente allo stadio, e non poteva essere altrimenti, datosi che l' Artista è da tempo immemorabile che ha smesso di cantare Napoli e questo non dev'essere sfuggito quasi a nessuno. Ma c'è un fatto, a mio parere, molto più grave del banalissimo 'lontano dagli occhi lontano dal cuore': Pinuzzo Napoli non ha smesso solo di cantarla, no no, l'ha dimenticata, ci ha messo una pietra sopra e su questa pietra ci ha fondato una lapide.

Copioincollo un pezzo di un'intervista rilasciata da Pinuzzo per Panorama:
Lei ha detto più volte di essere cresciuto in mezzo alla camorra.
So benissimo di cosa sto parlando, io da ragazzo ne ho viste di tutti i colori. La camorra nella mia infanzia era ovunque, ma era anche molto diversa da quella di oggi. La manovalanza della criminalità organizzata viene reclutata tra gli extracomunitari, cinesi, albanesi, romeni, africani… Spesso si tratta di gente disperata, disposta a uccidere per una manciata di euro. Io però non sono un politico, cerco solo di mandare messaggi positivi attraverso la musica. E aver rimesso insieme la mia band storica con James Senese, Toni Esposito e Tullio De Piscopo mi sembra una bella occasione per far rivivere delle emozioni che vengono da lontano. Mi auguro che il nostro concerto dell’8 luglio con decine di migliaia di persone serva a far accendere i riflettori sulla Napoli sana e creativa. Che esiste, ma è coperta da una montagna di spazzatura. E poi speriamo in San Silvio (ride, ndr) che ha voluto prendersi a cuore la sorte della città.
Perché a un certo punto della sua vita ha abbandonato Napoli per trasferirsi a Roma?
Me ne sono andato per riuscire a lavorare, per avere degli spazi compatibili con la musica: dai luoghi per i concerti ai teatri, alle sale di registrazione. Roma è sempre stata un punto di approdo per noi del Sud che volevamo intraprendere una carriera artistica. Negli anni Cinquanta anche Totò ha vissuto nella capitale. A Napoli riuscivi a fare qualcosa solo se ti muovevi nel sottobosco, se andavi a cantare ai matrimoni. E poi non volevo che i miei figli (ne ha tre di 3, 6 e 12 anni, ndr) crescessero in un clima di terrore o con la mentalità che per vivere protetti bisogna entrare in contatto con certa gente.

Pino vuole salvare Napoli con la sua musica, con il ricordo dei bei tempi andati per dimostrare che Napoli non è solo 'na carta sporca, ma anche musica, canzoni e mandolino e lo fa alimentando un vociare (mi riferisco al clima di terrore nel quale avrebbero vissuto i suoi figli) che non riguarda Napoli tutta nè i napoletani tutti. I miei capelli ne hanno fin sotto le doppie punte di queste litanìe! Litanìe strazianti che lo stesso Pino aveva criticato dicendosi preoccupato per l'immagine che certi film (il Divo e Gomorra) avrebbero dato del nostro paese all'estero; ma, fatto ancor più grave, se è possibile, è che in questo caso, queste litanìe mi fanno provare un misto di pena e tenerezza per tutta quella certa gente che ha protetto il Nostro fino all'emigrazione.

giovedì 26 giugno 2008

1-2-3-4-5-6-7-8-9e10

Mi lascio incatenare volentieri dall'amico Pasquale ad una catena che sì è bella assai!
Di seguito le regole comprensive di svolgimento punto per punto e basta.


1) Scrivere il nome di almeno cinque poeti di ogni tempo e luogo dei quali si è innamorati.

- Giuseppe Cangiano, Paolo Birolini, Emily Dickinson, PPP



2) Citare alcuni versi significativi di almeno uno dei poeti elencati.

“Alla fine dolente t’amo anch’io
ti chiamo e ballo e grido e non rispondi
la tua nuova stagione non mi vede,

ma sai di me che vivo, come dio,
come immagine persa dei tuoi mondi
e il tuo cuore mi sente e non mi crede.

Io dolcemente a questo sopravvivo
e sono Paolo solo quando scrivo”.

Napoli, ottobre 1982
da I Dolori Del Bosco
Paolo Birolini

3) In aggiunta o in alternativa al punto (2)- se è vero che siamo un popolo di poeti, navigatori, santi, ecc...- citare almeno un PROPRIO componimento poetico, o anche soltanto alcuni versi di esso/i.


Tra stanze buie,
scaffali,
polvere
e
pianoforti smessi,
s’aggira
con tristezza
l’ in-spiegato,
come lanterna
mossa
da sconosciuta
mano.
Sotto le dita
palpita
qualche nota
ancora
a inaugurar
sonate mai
compiute.
L’orecchio,
che fungeva daspartito,
un giorno,
stanco,
ha rinnegato il suono
facendo tramontare
il sol dietro di lui.

Ivi 2006

4) Per i veri patiti (!) dell'arte poetica, sarebbe gradito un componimento anche brevissimo, appositamento creato e pubblicato , con tutta la spudoratezza di cui si è capaci, in prima esclusiva per questo gioco blogghereccio.

- Ecco, questo mi manca. Sarà mica che non son patita? Eppure i patimenti non mi mancano….

5) Infine...invitare a partecipare altri bloggers (3,6,9...) e raccomandando il rispetto di queste semplici regole ai malcapitati.

- Mhmh, non vedevo l'ora:
Davidez, Escepocomabene, Ugolinostramini, Espressione,

..+..+..+..+..+..+..+..+

martedì 17 giugno 2008

Mò pozz' parlà



--*--*--*--*--


Anche Marzia Cangiano sul corriere del mezzogiorno. Non c'è più religione. (semi cit.)


giovedì 12 giugno 2008

Vedo chiaro

A)

giovanni ha detto...
ciao, sono di viterbo e conosco le persone coinvolte nella vicenda. la notizia è stata distorta dai mass media e in malafede anche dalla curia che ha rilasciato le dichiarazioni. la curia e il vescovo hanno ripetutamente dichiarato il falso.

1) non è vero che il ragazzo non può procreare!!! i dottori che lo seguono non l’hanno mai detto. non si sa, punto e basta. quindi il vescovo ne sa meno di tutti.

2) secondo lo stesso codice canonico, se l’impossibilità a procreare è in dubbio, il matrimonio non può essere impedito.

è evidente che il vescovo o non conosce il codice canonico oppure ha voluto coscientemente impedire il matrimonio in ogni caso, affidandosi ingenuamente alla presunta ignoranza in materia di tutti. quindi la difesa ad oltranza della sua decisione è quantomeno grottesca e ingiusta. ma quello che interessa mettere in luce è che non si tratta tanto di regole formali religiose non rispettate, quanto piuttosto di mancanza di umanità del vescovo, che, ripeto, con cinismo e disumanità ha negato un momento di felicità a due ragazzi che si amano. ma che ne capisce un vescovo di amore?

Questo il commento lasciatomi al post sotto, lo pubblico perchè credo possa aiutarci a capire meglio come siano andate le cose. Abbiate fede, anzi no, fiducia!

B)

"DOMANI" CLAMOROSO ANNUNCIO DELLA GREGORACI SULLE PROSSIME NOZZE CON FLAVIO BRIATORE.
Non vi dico dove e a chi Elisabetta annunciò il lieto evento, vi viglio fare una sorpresa!

martedì 10 giugno 2008

Questo matrimonio non s'ha da fare

Eh si! È proprio così. 1000 passi indietro abbiamo fatto, secoli cancellati così, con un batter di ciglio. Proprio quando si credeva esser andati un pochino più in là, con l’ammissione di un disabile nelle file dei normodotati, di aver abbattuto l’ultima barriera nonostante l’ottusità salutista e aggressiva di questa civiltà occidentale, ecco che questa stessa società, cristiana e misericordiosa per la precisione, ci si è schiantata in faccia come un treno, lasciandoci la stessa sensazione di stordimento totale, irreversibile. Una tranvata vera e propria, come quella che ti sorprende nelle
giornate di sole quando qualcosa nell’aria ti dice che tutto sta andando per il meglio.Che la disabilità fosse condizione ingrata, lo si sapeva da un po’, lo si poteva immaginare, quantomeno, pensando alle piccolezze quotidiane quali alzarsi dal letto, camminare, badare autonomamente a se stessi…; ma che fosse anche un impedimento al matrimonio, questo non lo si poteva proprio supporre, neanche per assurdo.

Capita oggi che il vescovo di Viterbo, Lorenzo Chiarinelli, neghi il matrimonio in Chiesa ad una coppia di giovani a causa dell’invalidità di lui, che non gli assicurerebbe la capacità procreativa, ‘Impotenza Copulativa’, così si dice. La Curia assicura che <<>> … <<>> e di questo non possiamo esserLe che grati. Se fosse stata anche irrispettosa ed indiscreta, se non avesse compreso a fondo la situazione, ci saremmo indignati non poco, questo atteggiamento ci avrebbe aperto ferite profonde nell’anima e nel corpo. Forse avremmo anche provato un risentimento profondo verso l’intera Chiesa e verso quello che da lei ci viene… i Sacramenti ad esempio, il Matrimonio ad esempio.

Continua....

Intanto, chiamatemi pure zia....

domenica 8 giugno 2008

Giochin giochetto


Faccio il possibile,
ma non riesco a fare di più!
Abbiate pazienza
ma soprattutto fiducia :)

giovedì 5 giugno 2008

Saaaaaaalve!