Un giorno il sole sorse e subito s’accorse
che lì, dove s’era affacciato,
prima di allora non era mai spuntato.
Perciò quella terra di notte infestata,
abitava un immenso che di luce mancava.
" Com’è possibile? " - pensò – " io sono il Sole
e della luce in terra sol’ IO sono il padrone! "
E allora grosso, grasso e rosso d’ imbarazzo
avido inghiottì la notte: giù, nel gozzo!
Dipoi , macchiato il cielo di azzurrino e bianco,
a raggi conserti, attendeva il “quando”.
Il quando ogni creatura, dai suoi raggi scossa
si risvegliasse in uno scricchiolare d’ossa.
Poco attese, perché ad un tratto
la natura tutta si destò di scatto:
udì le foglie respirare forte,
vide gli uccelli ritornare a frotte,
guardò i fiori sollevar la testa
e i rami tendere le mani in festa.
L’erba si drizzava, come mossa dal vento,
il mare, ingrossava schiuma d’argento,
la terra vibrava di sbronzo calore,
il vento fischiava canzoni d’ammore.
Schiudevano gli usci le donne fiorite,
recando bambini fin’ora assopiti.
Il sole ristette e con fare agitato:
" Ma io a quante cose non avevo badato?
Quante le case, le strade, i palazzi?
Quanti balconi e quanti terrazzi?
Quante le voci dal freddo avvizzite,
brune parole di notte schiarite?
Come ho potuto? Non so, come ho fatto?
Chiedo perdono, ma ero distratto.."
Poi si fermò a riguardare il creato
quanto splendore gli aveva negato!
Socchiuse poi gli occhi su una lacrima pia:
- La vita era! Era la vita! Speranza mia. -
che lì, dove s’era affacciato,
prima di allora non era mai spuntato.
Perciò quella terra di notte infestata,
abitava un immenso che di luce mancava.
" Com’è possibile? " - pensò – " io sono il Sole
e della luce in terra sol’ IO sono il padrone! "
E allora grosso, grasso e rosso d’ imbarazzo
avido inghiottì la notte: giù, nel gozzo!
Dipoi , macchiato il cielo di azzurrino e bianco,
a raggi conserti, attendeva il “quando”.
Il quando ogni creatura, dai suoi raggi scossa
si risvegliasse in uno scricchiolare d’ossa.
Poco attese, perché ad un tratto
la natura tutta si destò di scatto:
udì le foglie respirare forte,
vide gli uccelli ritornare a frotte,
guardò i fiori sollevar la testa
e i rami tendere le mani in festa.
L’erba si drizzava, come mossa dal vento,
il mare, ingrossava schiuma d’argento,
la terra vibrava di sbronzo calore,
il vento fischiava canzoni d’ammore.
Schiudevano gli usci le donne fiorite,
recando bambini fin’ora assopiti.
Il sole ristette e con fare agitato:
" Ma io a quante cose non avevo badato?
Quante le case, le strade, i palazzi?
Quanti balconi e quanti terrazzi?
Quante le voci dal freddo avvizzite,
brune parole di notte schiarite?
Come ho potuto? Non so, come ho fatto?
Chiedo perdono, ma ero distratto.."
Poi si fermò a riguardare il creato
quanto splendore gli aveva negato!
Socchiuse poi gli occhi su una lacrima pia:
- La vita era! Era la vita! Speranza mia. -
M.C.
15 commenti:
bella! marzia c.
Grazie! egignu g. :)
uè, emigrasti?
Aggiorno il link. Bella casetta!
(baci)
miii etuzza bedda!
do iu laic mai aus?
:))))
Bella, brava, bis!!!
Produzione scatenatissima
(serviva il trasloco, eh ;) )
ma semmai tris!!!!!
:))))))
ehehehe cara 1ps...serviva eccome... mi ha rischiarito le idee!!!
Ma ciao, son venuto a cercarti e ho trovato un cartello sul portone. Benvenuta su blogghespotte!
Che faccio? Aggiorno il linksis?
Ha ragione 1ps, che verve! si vede che è passata la nuttata!
Se ci pensi, quante pagine pesanti nei mesi scorsi; senza dimenticare, lasciamo respirare l'animo che gli fa bene!
Un bacio.
pure in rima..ebbrava :-D
nic>> aggiorna pure, senza indugio :)))
ugolo>> uhhh una pesantezza che ancora un pò mi pesa....
tess>> eggrazzie :)
E' permesso?
ma buonaseeera cara cuncetta!
benvenuta e bentrovata
Pensa te!
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