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domenica 30 novembre 2008

Gli scavi di Pompay




Di MARZIA CANGIANO
La lotta per la parità dei diritti sembra destinata a trasformarsi velocemente in lotta per la sopravvivenza di genere; il buon vecchio focolaio, che vive solo nei ricordi dei più fortunati, ci appare oggi come una riuscitissima trovata pubblicitaria utile a convincerci che è nel biscotto mattutino il segreto della felicità. Ma la realtà è ben più feroce e non cela nel biscotto alcun segreto. (continua..)


Di CIRO MONACELLA
Le rappresentazioni cinematografiche della dittatura argentina conservano un fascino inalterato per motivi che di rado coincidono con le ragioni per cui gli argentini stessi continuano ad interrogarsi sull’odioso regime di Jorge Rafael Videla.
Innanzitutto il pregio nero di quella storia è nella funzione paradigmatica che essa svolge nell’esibire con essenzialità il lurido gioco politico della penultima fase della guerra fredda; altro pregio è nell’universalità etnica del popolo argentino, al cospetto del quale si svilisce ogni giustificazione ideologica fornita alle precedenti barbarie del Novecento calamitate da gruppi etnici o sociali chiusi: il popolo argentino è assieme indio, spagnolo, tedesco, italiano, francese, etc. ; in ultimo, ad arricchire la portata di quella vasta tragedia sopranazionale, s’impongono fratture concettuali quali la percezione dello Stato come nemico in una deriva atroce del contratto sociale, e l’urgente questione della libertà individuale estremizzata nell’aut aut vita o morte. (continua..)


lunedì 17 novembre 2008

Chi paga per i peccati dell’uomo? Mr. Card ovviamente…


Il 25 novembre si celebra la Giornata Mondiale contro la violenza sulla donna. Per l’occasione Telefono Donna - centro di ascolto e di consulenza per la donna e la famiglia in difficoltà, fondato l’ 8 marzo 1992 per iniziativa di Stefania Bertoccetti - ha ideato un manifesto dove è rappresentata una donna nuda fotografata dall’alto in una posa che ricorda molto quella del Cristo in croce. Su di un lenzuolo bianco messo a coprire le parti intime si legge il seguente testo “Chi paga per i peccati dell’uomo?
Immagine più che eloquente, ci sembra, e più che veritiera dal momento che solo il 4% delle donne vittime di violenza denuncia il proprio carnefice. Ma non bastano i fatti a mettere a tacere le coscienze che sempre scalpitano quando ci si accosta poco poco alla religione, la quale troppo spesso suona più come una prigione che come pio refugium.






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