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A CUOPPO CUPO POCO PEPE CAPE ...e... POCO PEPE CAPE A CUOPPO CUPO
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giovedì 3 giugno 2010

SOSTIENIMI COSÌ, A SCATOLA CHIUSA

«Nessuna donna dovrà più abortire in Lombardia a causa delle difficoltà economiche»: così Roberto Formigoni, governatore della regione Lombardia, che ha pensato di erogare un bonus di 4.500 euro -250 euro mensili per 18 mesi- ad ogni donna che deciderà di non abortire pur vertendo in condizioni economiche svantaggiose. «Lo sforzo della Giunta – sottolinea Giulio Boscagli, assessore regionale alla famiglia- è tanto più significativo in quanto cade in un momento in cui la forte instabilità economica e sociale si può ripercuotere, più che in altri periodi, sulla scelta di molte donne di procrastinare o interrompere una gravidanza».

Iniziamo allora dalle scelte che molte donne sono costrette a procrastinare o interrompere in questo momento più che in altri, partendo dalla donna studente e arrivando alla donna madre senza dimenticare la donna lavoratrice.

Molte sono le donne –come molti sono anche gli uomini, ma giacché qui si finge di voler sposare la causa femminile, è bene concentrarsi solo su questa; dicevamo, molte sono le donne che per motivi economici sono costrette ad interrompere il proprio percorso di studi all’università se non alla fine delle scuole superiori. Tale scelta, converrete, non può non avere affetti sull’avvenire di colei che è costretta a piegarsi alle leggi del dio denaro: dalla scelta del lavoro -sempre più lontano dalle inclinazioni personali e sempre più asservito alle occasioni del momento-, al tenore di vita -che sarà proporzionale al lavoro che si è dovuto scegliere-, all’intera vita emotiva, costantemente minacciata dallo stato di frustrazione dato dal convivere con un lavoro del quale ci si è dovute accontentare.

mercoledì 4 novembre 2009

Fortunatamente ce sta chi ce penza



" MARKETING “CREATIVO”
Devono averla pensata così alCs&D (Centro distribuzione e servizi) di Villacidro, Cagliari, cui fanno capo decine di supermercati in tutta la Sardegna, tra cui le catene dei marchi Despar e Sigma. È qui che è stato organizzato il concorso regionale partito il primo novembre e in vigore fino ad ottobre 2010. In palio 4 posti di lavoro al mese, per un anno: 48 in tutto.Come cassiere, commesso, magazziniere, addetto al banco gastronomia, o anche negli uffici interni del Cs&D, questo si valuterà poi, a seconda delle esigenze e delle opportunità. Il regolamento è semplice: si entra in uno dei supermercati di cui sopra, si fa una spesa per un minimo di 30 euro, si ha in cambio una cartolina da compilare e imbucare in un’apposita urna (con 60 euro di spesa cartoline e possibilità raddoppiano, con 90 triplicano, e così via), che ogni fine mese verrà aperta alla presenza di un notaio per estrarne i quattro vincitori. A loro (o a chi loro segnaleranno, unico vincolo è l’età, 32 anni al massimo) verrà stipulato un «contratto di inserimento», settore commercio, a tempo determinato per 12 mesi. Un primo passo verso il mitico posto fisso."

L'espressione 'contratto di inserimento' mi suona fessa. L'espressione 'mitico posto fisso' mi suona comica. L'espressione 'a tempo determinato' mi suona ovvia.
Tutto il resto mi suona assurdo e mortificante e mi offre anche lo spunto per due domande, anch'esse ovvie:
1) ma il Cs&D i soldi per assumere 4 persone ce li ha?
2) ma il Cs&D ha i 4 posti vacanti di cui sopra?
Mettiamo per assurdo che la risposta sia SI! per entrambe le domande. Va da sé che: il Cs&D ha i soldi e la possibilità di assumere 4 persone e non lo fa, anzi, ci monta su una lotteria da pagliacci, per pagliacci ma che, bedate bene: <Non costa nulla ed è utile>.
Per l'appunto.
"Utile"?
Vabè, utile lo sarebbe anche una normale assunzione. Non ci piove.
Il fatto poi che con 30 euro di spesa ti spetti un biglietto, con 60 euro due e con 90 euro tre, non fa di quei 30 euro l'effettivo prezzo di un biglietto. Solo un caso. Come solo grazie ad un caso puoi trovare una fatica oggi, senza farti prima zimbello di un amica del direttore generale di Cs&D nonchè vicedirettore di Sigma, Antonello Basciu.

martedì 3 novembre 2009

LA MIA SEMBRA ESSERE LA GENERAZIONE MANCATA, MANCANTE, MANCHEVOLE

E invece è solo una generazione qualunque, destinata a sopravvivere a forza di capate nei relativi muri:
"Il 15 ottobre il presidente dell'Istat, Enrico Giovannini, parlando alle commissioni Bilancio di Camera e Senato, ha spiegato che la riduzione occupazionale realtiva ai nuclei familiari, registrata nel secondo trimestre (556 mila), è dovuta soprattutto ai "figli" e ha interessato 404 mila persone. A confronto con loro, rischiano di sembrare pochi persino i 152 mila posti perduti dai genitori.
[...]
A giugno dell'anno scorso, tra quelli che hanno tra 25 e 34 anni, che in Italia sono ancora costretti ad essere "figli", l'8,7 per cento non aveva un impiego. Oggi sono il 10,1 per cento.
[...]
La maggioranza degli italiani, dice il Rapporto Italia 2009 di Eurispes, è convinto che le misure legislative adottate nell'ultimo decennio abbiano peggiorato le possibilità occupazionali dei giovani. Ora le imprese hanno ridotto drasticamente le nuove assunzioni indirizzate a loro. Hanno tagliato le collaborazioni e, quando li assumono, li impiegano con mansioni e condizioni economiche sempre meno gratificanti. Emarginati e relegati a ruoli eternamente precari anche nella ricerca universitaria, non sorprende che i laureati italiani - come confermano i recentissimi risultati dell'indagine europea realizzata da un istituto di ricerca di Berlino - siano purtroppo quelli che in tutta Europa credono meno alla possibilità di realizzare se stessi nel mondo del lavoro
" *

Io sono tra quelli che hanno tra i 25 e i 34 anni, che sono laureati e costretti ad essere "figli" perchè emarginati e rilegati a ruoli eternamente precari, con mansioni e condizioni economiche sempre più mortificanti (...altro che poco gratificanti!). Ne consegue la mia convinzione di non avere alcuna possibilità di realizzazione nel mondo del lavoro, a meno che ...
A meno che non mi si dia la possibilità di vivere dignitosamente pur lavorando solo per 10 ore la settimana, guadagnando 7.50centesimidieuro l'orde/l'ora. *-solo fino a Giugno, poi torno a ricamar bottoni. E m'è annata pure bene!-
A meno che non mi si assicuri che in caso di malattia e/o infortunio percepisca ugualmente uno stipendio.
A meno che non mi si dia uno stipendio di accompagnamento allo stipendio stesso.
A meno che non mi si conceda una casa nella quale non pagare le bollette non comporti conseguenza alcuna.
A meno che non mi si regali almeno l'illusione che tutto questo mi farà degna di ricevere, un lontano dì, l'agognata pensione.

Ma c'è ancora un altro aspetto da considerare, un aspetto che, guardando solo nel mio libro, la fa da ciliegina sulla torta:
il mio impiego si svolge in una scuola. In una scuola a Napoli. Napoli, la città più colpita da tutto, ma, ultimamente, la città più colpita dalla nuova influenza.
Capite? Napoli/scuola/nuova influenza?
Questo trinomio ha la strada già segnata: a Napoli, a causa del picco della nuova influenza, chiuderanno le scuole -Alcune sono già state chiuse. E che sia per una sola settimana o per un mese e più non fa differenza, il mio libro (paga) non m'appaga, ma langue e chiagne.
E' psicosi. E io mi sento tanto psicotica.

lunedì 21 settembre 2009

Quando sarà finito il fischio fatene un altro

Quella raccontata da Makia è una storia banale, sì, e a tratti pure noiosa. Tutti questi laureati, neo e non, che si disperano, fino all'estremo gesto, per un lavoro che non si trova perchè non c'è e che se pure c'è dura poco, per una casa che nun te la poi comprà perchè de tuo nun c'hai 'na lira nè mai ce l'avrai, per una famiglia, quella che vorresti tua, che non te la puoi fare perchè non sapresti proprio come darla a campare ... e via così con tutta una serie di ovvietà a tratti pure stomachevoli.
Non tutto è perduto però, nonò, sappi che una chance per te c'è sempre. Costa, ma c'è. E si trova precisamente in tutti quei corsi di specializzazione, corsi di formazione per laureati, masters universitari, masters post laurea, dei quali non puoi proprio fare a meno se a 30 anni, laureato e ancora disoccupato e per di più insoddisfatto di quei 37 esami e 8 anni di studi forzati, cerchi ancora il brivido della conoscenza. 'Sì facendo aiuterai non solo te stesso, distraendoti finalmente da quel chiodo fisso e patetico che è la ricerca di un pure zozzo lavoro, ma anche il tuo curriculm vitae formato europeo il quale, se pur scarno alla voce ''Esperoenza Professionale'', potrà vantare varii e vanii righi alla voce ''Istruzione e Formazione''; in fundo darai certamente ragion d'essere a tutti questi Istituti di Formazione Professionale & Manageriale che altrimenti non avrebbero motivo alcuno di sopravvivere alle Università.
Dunque deponiamo pure le nostre rivoltelle chè non è mai troppo tardi.