E fu così che un dì di ottobre sostenni il mio ultimo esame. Quello sì fu un giorno gaio, l’ultimo da un sacco di tempo. Neanche il giorno in cui discussi la mia ultima tesi fu tanto gaio, la mia testa era già presa da dolori -poco dopo implosi- che mi impedirono di sentirmi in diritto di fare spallucce. E così andai avanti lo stesso, racimolando qua e la frammenti di implosione non ancora esplosi, proseguendo freddamente, fingendo spalle larghe e capaci. Altri dolori implosero più avanti seminando altri frammenti da esplodere. Ma nulla è ancora esploso, solo pezzi di intonaco bianco.
Non più lacrime né disperate agonie
Dal bianco si staccano pezzi di intonaco e cadono.
Il muro candido nasconde aperture fetide.
Le aperture suggeriscono varchi.
Il fetore, solo vicoli ciechi.
12 commenti:
L'ultimo degli esami deve arrivare ancora, ;) Un abbraccio.
...ah già! allora sto proprio 'nguaiata!!!!
:)
per non parlare di quelli che non finiscono mai. Ma è il prossimo ottobre ?
lo scorso ottobre, ringrazziann' 'a ddio!
BP, ma ti sei bilocata???
Guarda che pupplicare afatar tel pastore tetesco fa strani effetti.
;)
Vero, bippi, levalo che porta male :-)
enna>> nono questo è il mio unico locale, l'altro lo lascio aperto per far cambiare l'aria.
l'afatar teteschen mi zerfe per ricordarmi sempre ta tove fengo e tove non tevo tornare...
tu mi comprente, ja?
gians>> un kiss :*
ugolo>> come dicevo precedentemente: ne ho necessità, ne necessito...
:)
son quà
Al netto del fetore, devo dire che anche io dopo la laurea non ho avvertito quella piacevole sensazione di leggerezza che mi ha dato l'ultimo esame (finiscono, finiscono)
bipina? fai spallucce per favore..
fai un sorriso a me e un buon agosto per te
p.s
la dai una testatina a ciro da parte mia?!
un abbraccio forte, Bippì cara
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