-

A CUOPPO CUPO POCO PEPE CAPE ...e... POCO PEPE CAPE A CUOPPO CUPO
Visualizzazione post con etichetta eluana englaro. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta eluana englaro. Mostra tutti i post

mercoledì 17 febbraio 2010

Cetro che stavolta Povia ha alzato proprio un cazzo di polverone! Povero, povero Povia!


Da sempre, sbattere così crudamente la verità in faccia alle persone non paga. Le persone preferiscono non vedere, non capire o, forse, solo che sia uno diverso da Povia a raccontargliela questa verità. Ma il polverone alzato da Povia stavolta non ha superato neanche la prima serata: ascoltato il testo, o lettolo per i più snob, appare subito evidentissimo che non si può entrare in polemica col piccione in nessuna maniera, nemmeno volendo, nemmeno pretendendolo. Nel succitato testo, infatti (che, non stentiamo a crederlo, è nato in tre giorni!!!), non v’è cenno all’eutanasia, né ad Eluana Englaro: codesto testo potrebbe essere attribuito ad ogni giovane figlio deceduto prima dei genitori. Povia ci racconta la verità della morte: una verità non scomoda, non difficile da comprendere o accettare, una ovvia e tragica verità da tutti risaputa e ce la racconta, come d’abitudine per lui, accompagnando l’esibizione con mossette stupide che offendono più del testo stesso.
° Dov’è Eluana?
° Che altra verità ci voleva raccontare Povia che non poteva raccontarci qualchedun’altro, foss’anche un bimbo elementare?
° Chi è Povia? E come poter dare ancora credito ad uno che è passato con estrema nonchalance dai bambini ai piccioni, e da questi direttamente agli omosessuali e alla morte per eutanasia-solo a suo dire!-?

Resta da chiedersi come mai gli abbiano permesso di spacciare questa canzone come una ‘cosa seria’, come un testo impegnato che andava a pungolare gli ascoltatori su un tema così delicato e dai risvolti sempre più che tragici; come nessuno si sia accorto del tranello o della ‘miseria’ del testo.
E pure pensando in buona fede, e pure volendo convincere noi stessi del fatto che questo testo sia realmente dedicato ad Eluana, dovremmo poi fare i conti con un’ultima, imbarazzante, domanda: ° come mai nessuno ha pensato che Eluana e la sua famiglia meritassero qualcosina in più di una schifezza?

martedì 6 gennaio 2009

Ricevo e pubblico

[...]Le leggi sul testamento biologico e sull'eutanasia, anche se accompagnate dal consenso della stragrande maggioranza degli italiani, stentano ad imporsi in un Parlamento sempre più subalterno alle gerarchie vaticane. E' per questo che sabato 17 gennaio vorremmo concentrare un'altra giornata di mobilitazione straordinaria sulla petizione al Parlamento per una legge sul testamento biologico e sull'eutanasia, lanciata il 20 dicembre scorso dall'Associazione Luca Coscioni e da Radicali Italiani. [...]

AssoziazioneCoscioni

Tutte le info all'indirizzo www.lucacoscioni.it/petizioneeutanasia

mercoledì 17 dicembre 2008

Sommario tra l'ilare e il drammatico

Quando lo schermo è interamente occupato da un water incrostato di merda in un fast food di Toronto non c’è nulla che lasci presagire ciò che di lì a poco sta per accadere. Ma poi ecco che dal piscio ti spunta l’alieno. Il problema, che poi per la tenuta del film è il vero toccasana, è che l’alieno viene immediatamente riconosciuto come non – o poco, o scarsamente, o piuttosto malamente – umano. Questo permette al regista – l’anglobritannico Bobby Charlton, già autore della brillante farsa “Non fare come me: reimpiantati i capelli” – di alleviare la tensione propria del genere organizzando un andazzo simile a quello di una commedia degli equivoci nella quale l’alieno crede di essere un uomo mentre tutti gli uomini sanno che così non è. Continua...




Consuocero, cognato, figlio della sorella della moglie… le cronache dei casi legati alle miserie ravvivano l’eterna diceria delle parentele italiane, quelle di qualsiasi rettore e pure quelle del magistrato che lo fronteggia. E’ una famiglia allargatissima quella tradizionale del Sud, che estende generosamente la propria influenza benefica fino a congiunti molto lontani. Il fenomeno è già stato ampiamente descritto in sociologia, e in qualche modo, bene ha fatto Napolitano a sottolinearlo.
Continua..




LEGGI

giovedì 20 novembre 2008

Documento di cattolici sul caso Englaro

Pensando ad Eluana Englaro i nostri primi sentimenti sono di affettuosa amicizia e di solidarietà nei confronti della sua mamma e del suo papà. Esaminando invece la situazione che si è determinata e scrivendo dall'interno della nostra Chiesa cattolica, non possiamo che esprimere il nostro sconcerto e la nostra amarezza per quanto riguarda la posizione dei vertici ecclesiastici che contribuisce a suscitare un grande e inopportuno clamore mediatico intorno ad una persona crocifissa su un letto da sedici anni.
Ci sembra che la pietà sia dimenticata e che non ci sia serenità nell'esaminare la situazione di fatto, avendo come riferimento le parole di speranza del Vangelo. Dio è il signore della vita e della morte e ad ogni essere umano tocca affrontare la conclusione dell'esperienza terrena, che è solo una fase della vita, accompagnato da chi lo circonda con dolcezza e rispetto, verso il futuro di felicità che ci prefigura la nostra fede. Ci sembra invece che ci si accanisca nei confronti di Eluana e che non si rispettino le sue precedenti accertate dichiarazioni di volontà prima dell'incidente, secondo la testimonianza dei genitori e di altri, e che non si prenda atto della sua attuale perdita definitiva della coscienza.
Ci sembra che, in questa vicenda, si manifesti una concezione meccanicistica e materialista della vita che è ben diversa da quella fondata sui sentimenti e sui valori spirituali vissuti coscientemente che caratterizza la visione cristiana della persona umana. Non ci può essere contrapposizione tra "principi" e "fatto" : il principio astratto della vita e il fatto di una "vita non vita". Anche la scolastica insegna che "contra factum non valet argumentum" che si potrebbe tradurre con : "i fatti sono incontrovertibili".