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A CUOPPO CUPO POCO PEPE CAPE ...e... POCO PEPE CAPE A CUOPPO CUPO

mercoledì 22 ottobre 2008

Una serpe in seno, un'altra

Copio-incollo un commento apparso su leggosaviano.it in risposta al post che pubblicizza la lettura collettiva del libro Gomorra (di cui a lato).

Ve lo propongo giusto per farci un'idea di quanto ogni tentativo di 'protesta' risulti effettivamente vano se chi -più di altri- avrebbe il dovere di appoggiare ogni iniziativa che vada in questo senso, la boicotta, invece, con argomentazioni trite e ritrite degne del più chic dei bar dello sport:

Gli unici ed autentici modi per battere la camorra e sradicarla sono: dimenticare di essere napoletani, smetterla di fare riferimento a Napoli sempre e comunque, uscire dal ghetto di una cultura che parla sempre e comunque solo napoletano. L’operazione che si sta per inaugurare a me sembre l’ennesimo luogo comune sulla camorra, come le marce e le fiaccolate. Un luogo comune che farà centuplicare ancora di più le vendite di un brutto libro della Mondadori e di un brutto film. Perchè Napoli= Gomorra.= Sciatteria=Bruttezza e non è mai cambiato nulla dai tempi di Sthendal, Goethe, Benjamin, Adorno, Kereny, anzi è peggiorato tutto e ci si continua a crogiolare nella napoletanità. All’estero il film e il libro ci fanno stravincere perchè siamo diventati come i pellerossa: a tutti fa piacere guardarci ed osservarci, ma come fatto letterario, perchè per tutto il resto ci considerano barbari ed hanno ragione. Quello che occorre è una rivoluzione culturale dei modi e dell’estetica:bisognerebbe svegliarsi una mattina e parlare tutti inglese, che significherebbe anche comportarsi come loro o francese o tedesco. Sono molto critico verso questa operazione, che per altro, poteva solo essere pensata da quello spocchioso di Claudio Velardi.
Franco Cuomo

Più che spinto dall'irrefrenabile esigenza di far sentire la propria voce, il commento del prof. Cuomo sembra essere mosso da un'antipatia sua personale verso il Velardi. Ed è cosa questa che a noi poco interessa.
Quello che ha catturato la nostra attenzione sono state le forme alternative di protesta che il prof ci ha proposto:

1. dimenticare di essere napoletani

2. smettere di parlare di Napoli e , possibilmente, anche il napoletano

3. iniziare a parlare inglese o francese o tedesco -italiano no?- e comportarsi di conseguenza, per inaugurare una rivoluzione culturale dei modi e dell'estetica

Insomma: piantarla con napoletanità -e con l'italianità- metterlo in barba al patriottismo diventando emuli di altre nazioni.
Hai capito che idee glie sò venute ar professorone!?

Tacendo considerazioni squisitamente personali su quanto scritto dal prof, ci sfugge comunque il senso, l'utilità, di cotanta rivoluzione: non ci spieghiamo in che modo, rinnegandoci fino all'osso, andremmo ad agire sul problemuccio che libri, film, fiaccolate, letture e cose così cercano di denunciare.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Segnalai anche io la lettura pubblica di venerdì...spero di poter essere presente!!

Anonimo ha detto...

brava nausìc...dobbiamo segnalare numerosi!

Anonimo ha detto...

Cuomo è nu' scem'!

Anonimo ha detto...

me ne so' accort!