C'è la crisi: se ne parla, se ne scrive, si sa.
Eppure l'Italiano, sprezzante dell'ammanco, non rinuncia ai doveri natalizi scatenandosi in acquisti sempre uguali e sempre diversi: lucine, alberelli, palline, fiocchetti, tubi luminosi, babbi natali rampicanti, presepi grandi e piccoli, re magi che portano il bambin gesù, pastori dormienti e via discorrendo. Ogni balcone si accende puntuale al tramontar del sole, per spegnersi nuovamente al suo sorgere; ovunque il tuo sguardo si posi non può fare a meno di perdersi in sbrilluccichii d'ogni colore che ti costringono, ogni volta, ad un sorriso. E' la legge dell'uomo che obbliga all'allegrezza!
Più che ad ogni altra cosa, però, ciò a cui l'Italiano sembra non poter proprio rinunciare è al dolciario: panettoni, pandori, torroni e delizie simili. Simili, abbiamo detto, non uguali! Eggià perchè quest'anno, dire panettone, sembra non esser cosa facile, bisogna pensarci su almeno due volte prima di poter dire PANET-TONE. Almeno questo è quello che crede l'Unione Artigiani di Milano, logorata da una concorrenza che, da molti anni ormai, abusa della denominazione 'panet-tone' per prodotti che altro non sono che dolci al cioccolato, o alla crema o a quello che volete voi, ma che col vero panettone non hanno nulla a che fare! L'unione invita, dunque, ad usare altro nome per denominare questi dolciumi travestiti da panettoni.
Eppure l'Italiano, sprezzante dell'ammanco, non rinuncia ai doveri natalizi scatenandosi in acquisti sempre uguali e sempre diversi: lucine, alberelli, palline, fiocchetti, tubi luminosi, babbi natali rampicanti, presepi grandi e piccoli, re magi che portano il bambin gesù, pastori dormienti e via discorrendo. Ogni balcone si accende puntuale al tramontar del sole, per spegnersi nuovamente al suo sorgere; ovunque il tuo sguardo si posi non può fare a meno di perdersi in sbrilluccichii d'ogni colore che ti costringono, ogni volta, ad un sorriso. E' la legge dell'uomo che obbliga all'allegrezza!
Più che ad ogni altra cosa, però, ciò a cui l'Italiano sembra non poter proprio rinunciare è al dolciario: panettoni, pandori, torroni e delizie simili. Simili, abbiamo detto, non uguali! Eggià perchè quest'anno, dire panettone, sembra non esser cosa facile, bisogna pensarci su almeno due volte prima di poter dire PANET-TONE. Almeno questo è quello che crede l'Unione Artigiani di Milano, logorata da una concorrenza che, da molti anni ormai, abusa della denominazione 'panet-tone' per prodotti che altro non sono che dolci al cioccolato, o alla crema o a quello che volete voi, ma che col vero panettone non hanno nulla a che fare! L'unione invita, dunque, ad usare altro nome per denominare questi dolciumi travestiti da panettoni.
A questo punto credo sia nostro dovere intervenire a favore degli artigiani adoperando tutta la nostra creatività per trovare un nome adeguato a questi Panperfocaccia!
Ecco questo è il mio suggerimento: panperfocaccia! Mi accorgo che tale denominazione rischerebbe di far nascere equivoci, il dolciume sì nominato potrebbe essere confuso con un preciso tipo tipo di pane, quello per focaccia appunto.
Allora faccio ammenda e mi metto in attesa delle vostre idee.
Allora faccio ammenda e mi metto in attesa delle vostre idee.
7 commenti:
se parli di panettone nelle tag devi mettere egine, io lo mangio con il latte
Io con il latte mangio il pandoro...adoro!! Basta un sol pezzetto di pandoro e già mezza tazza di latte è andata...
egine>> rimedio subito! ma sei sicuro si tratti di panettone vero???? fai attenzione!
:D
nausicaa>> sul pandoro mi pare non ci sia battaglie in corso, quindi ogni pandoro è quello vero ! :)
ma dove sta la polèmica? mi sento abbrucciato da questo post, perché volevo farlo io il panettone quest'anno, ma tutti mi dicono: no no no, è difficile! mi smontano il panettone. e avrei fatto un dannato vero panettone.
Il problemaccio è che le vendite del vero panettone sono nettamente in calo, dal momento che tutti si buttano su quei dolciumi millantatori di cui sopra...
Ora ti scrivo la ricetta del panettone, quello veroooo!!!!!
"Prima di tutto farina e zucchero con burro, uova in quantità e miele per l'impasto - spiega il dirigente degli artigiani - e poi canditi d'arancio e cedro (che devono avere una dimensione ben precisa, cubetti da 9 millimetri di lato...) e uva sultanina per arricchirlo. Segue poi la lavorazione e la definizione della forma (altezza di 22 centimetri) con il taglio delle quattro punte sulla cupola, a simboleggiare le guglie del Duomo, una bella cottura in forno ben caldo per circa un'ora e, per concludere, il raffreddamento completo tenendo il panettone capovolto. Un lavoro complesso ma rispettoso della tradizione che il pubblico dimostra di apprezzare e che merita di essere preservato e difeso".
Se non segui questo procedimedimento ti ritroverai artefice di un panettone che non può dirsi tale, statt'accort!
manaccia, il taglio sulla cupola, e pure i canditi che nun mi piacciono...
non lo faccio no, faccio il panperfocaccia
:D bravo! così ti voglio, concreto!
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