25 novembre 2008, tornano le Farfalle *
" Patria Mercedes, Minerva Argentina e Antonia María Teresa Mirabal furono tre sorelle dominicane che si opposero alla dittatura di Rafael Leónidas Trujillo. Le sorelle animarono un movimento democratico chiamato 14 di Giugno, che valse loro il soprannome di las mariposas (le farfalle). Il 25 novembre del 1960 Trujillo ordinò l’esecuzione delle tre donne: le sorelle furono sorprese a bordo della loro auto e condotte in una piantagione di canna da zucchero dove furono pugnalate e strangolate. L’episodio scosse profondamente l’opinione pubblica dominicana che, sfidando la censura, si ribellò alla dittatura; i tumulti portarono all’assassinio di Trujillo nel 1961. Dopo più di 30 anni, il 17 dicembre 1999, l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha proclamato il 25 novembre la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne. Da allora ogni anno per un giorno all’anno, si mobilitano associazioni politiche e non, enti locali, centri antiviolenza, insieme a donne e uomini di tutto il mondo in memoria delle donne vittima di violenza e in difesa di quelle, le mosche bianche potremmo definirle, che pur non avendo subito violenze restano comunque a rischio dal momento che, oggi più che mai, la vita di una donna è considerata, troppo spesso, al pari di un mucchio di foglie secche in un cortile desolato d’autunno.
I Dati: il 21 febbraio 2007 l’Istat ha presentato i risultati di un’indagine interamente dedicata alle donne vittime di violenze fisiche, psicologiche o sessuali. Su un campione di 25 mila donne tra i 16 e 70 anni, intervistate tra gennaio e ottobre 2006, è emerso quanto segue:
per quanto riguarda la violenza domestica sono 6 milioni 743 mila le donne vittime di violenza fisica o sessuale nel corso della vita; 5 milioni di donne hanno subito violenze sessuali; 3 milioni 961 mila violenze fisiche; circa 1 milione di donne ha subito stupri o tentati stupri.
Solo il 18,2% delle donne considera la violenza subita in famiglia un reato, per il 44% è stato qualcosa di sbagliato e per il 36% qualcosa che è accaduto, difatti, nella quasi totalità dei casi le violenze non sono denunciate: il sommerso è elevatissimo e raggiunge circa il 96% delle violenze da un estraneo e il 93% di quelle da parte del partner, il 91,6% per i casi di stupro.
I partner sono i responsabili anche della maggior parte degli stupri: il 69,7% dei quali è opera di partner, il 17,4% di un conoscente, il 6,2% è opera di estranei.
7 milioni 134 mila donne hanno subito o subiscono violenza psicologica;
1 milione 400 mila donne hanno subito violenza sessuale prima dei 16 anni;
674 mila donne hanno subito violenze ripetute da partner e avevano figli al momento della violenza.
Il quadro si presenta nero, tanto da far sospettare che il mondo non sia un posto così sicuro dove metter radici. La lotta per la parità dei diritti sembra destinata a trasformarsi velocemente in lotta per la sopravvivenza di genere; il buon vecchio focolaio, che vive solo nei ricordi dei più fortunati, ci appare oggi come una riuscitissima trovata pubblicitaria utile a convincerci che è nel biscotto mattutino il segreto della felicità. Ma la realtà è ben più feroce e non cela nel biscotto alcun segreto. "
" Patria Mercedes, Minerva Argentina e Antonia María Teresa Mirabal furono tre sorelle dominicane che si opposero alla dittatura di Rafael Leónidas Trujillo. Le sorelle animarono un movimento democratico chiamato 14 di Giugno, che valse loro il soprannome di las mariposas (le farfalle). Il 25 novembre del 1960 Trujillo ordinò l’esecuzione delle tre donne: le sorelle furono sorprese a bordo della loro auto e condotte in una piantagione di canna da zucchero dove furono pugnalate e strangolate. L’episodio scosse profondamente l’opinione pubblica dominicana che, sfidando la censura, si ribellò alla dittatura; i tumulti portarono all’assassinio di Trujillo nel 1961. Dopo più di 30 anni, il 17 dicembre 1999, l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha proclamato il 25 novembre la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne. Da allora ogni anno per un giorno all’anno, si mobilitano associazioni politiche e non, enti locali, centri antiviolenza, insieme a donne e uomini di tutto il mondo in memoria delle donne vittima di violenza e in difesa di quelle, le mosche bianche potremmo definirle, che pur non avendo subito violenze restano comunque a rischio dal momento che, oggi più che mai, la vita di una donna è considerata, troppo spesso, al pari di un mucchio di foglie secche in un cortile desolato d’autunno.
I Dati: il 21 febbraio 2007 l’Istat ha presentato i risultati di un’indagine interamente dedicata alle donne vittime di violenze fisiche, psicologiche o sessuali. Su un campione di 25 mila donne tra i 16 e 70 anni, intervistate tra gennaio e ottobre 2006, è emerso quanto segue:
per quanto riguarda la violenza domestica sono 6 milioni 743 mila le donne vittime di violenza fisica o sessuale nel corso della vita; 5 milioni di donne hanno subito violenze sessuali; 3 milioni 961 mila violenze fisiche; circa 1 milione di donne ha subito stupri o tentati stupri.
Solo il 18,2% delle donne considera la violenza subita in famiglia un reato, per il 44% è stato qualcosa di sbagliato e per il 36% qualcosa che è accaduto, difatti, nella quasi totalità dei casi le violenze non sono denunciate: il sommerso è elevatissimo e raggiunge circa il 96% delle violenze da un estraneo e il 93% di quelle da parte del partner, il 91,6% per i casi di stupro.
I partner sono i responsabili anche della maggior parte degli stupri: il 69,7% dei quali è opera di partner, il 17,4% di un conoscente, il 6,2% è opera di estranei.
7 milioni 134 mila donne hanno subito o subiscono violenza psicologica;
1 milione 400 mila donne hanno subito violenza sessuale prima dei 16 anni;
674 mila donne hanno subito violenze ripetute da partner e avevano figli al momento della violenza.
Il quadro si presenta nero, tanto da far sospettare che il mondo non sia un posto così sicuro dove metter radici. La lotta per la parità dei diritti sembra destinata a trasformarsi velocemente in lotta per la sopravvivenza di genere; il buon vecchio focolaio, che vive solo nei ricordi dei più fortunati, ci appare oggi come una riuscitissima trovata pubblicitaria utile a convincerci che è nel biscotto mattutino il segreto della felicità. Ma la realtà è ben più feroce e non cela nel biscotto alcun segreto. "
* da Libmagazine del 25/11/08
25 novembre 2009 *
«La conferenza su questo tema tenuta a Roma in occasione del G8 ha fornito dati che valutano in più di 140 milioni le donne vittime di violenze di ogni tipo. Matrimoni forzati che coinvolgono anche bambine, mutilazioni genitali, stupri generalizzati in contesti di guerra non devono apparirci lontani e a noi estranei».
«La conferenza su questo tema tenuta a Roma in occasione del G8 ha fornito dati che valutano in più di 140 milioni le donne vittime di violenze di ogni tipo. Matrimoni forzati che coinvolgono anche bambine, mutilazioni genitali, stupri generalizzati in contesti di guerra non devono apparirci lontani e a noi estranei».
Violenza di massa *
Israele, nel 2007 il fotografo Adi Barkan assite alla morte per anoressia della modella Hila Elmalich, da qui l'esogenza di dar vita ad una campagna nazionale contro l'"utilizzo" delle modelle magrissime, nonchè la decisione di non fotografare più modelle la cui massa corporea risulti al di sotto di 19.
Insieme ad Hila:
7 commenti:
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massì facciamo vedere che abbondiamo....
Sono dati già diffusi ma non smettono di sconvolgere, di sconvolgermi.
La domanda da porci (gioco di parole voluto) è se una donna su tre è stata molestata, quanti sono i molestatori? Sono pochi e molto attivi o molti e poco attivi?
In teoria, un molestatore abituale, potrebbe ben in cinquanta anni di attività molestare 50, 500, 2500 donne, senza subire partcolari sanzioni, data l'altissima percentuale di non denunce; ma questo contrasta con l'alta incidenza delle violenze in famiglia o da partner, che significa che il molestatore non spazia nell'intero genere femminile, ma preferice accanirsi su quelle poche donne del suo ambiente ristretto.
Ergo, i violenti sono tra di noi, siamo noi maschi. Se conti che io ho una mamma, due sorelle, una moglie e una figlia piccola, fatti due conti, statisticamente una o due di loro hanno subito o subiranno (!) violenza. Ed io non riesco ancora a capire cosa posso fare. Continuiamo a parlarne, ma io continuo a trovare solo ragionamenti inconcludenti, vicoli ciechi, piani drammaticamente inclinati.
Esattamente... proprio per questo nel post non c'è neanche un mio commento. Solo dati, numeri e nomi certi.
Io poi sono una donna e, a volte mi chiedo cosa posso fare, ma il più delle volte mi chiedo cosa è meglio che io non faccia mai onde evitare di (ri)trovarmi vittima di mostro qualunque.
So che l'età non c'entra, l'abbigliamento neanche, il posto e l'ora men che zero, l'avvenenza fisica? Mhm non credo certi uomini abbiano preferenze specifiche...
basta essere donne e incontrare una 'essere' che solo nelle sembianze è molto simile ad un uomo...
Bp...le violenza avvengono soprattutto in famiglia.La possibilità di incontrare uno stupratore rispetto a ciò che ti accade se incontri il principe che si trasforma in rospo è il meno peggio °_° in quanto remota.
E abbonfdiamo di punti .Soprattutto quando dopo tanto finalmente se ne riescono a mettere .Con fatica e precarietà.Mantenendo la gioia di vivere e la fiducia negli altri,regalando un sorriso alla figlia e l'equilibrio mentale.Avenodo le spalle forti anche quando vorresti solo stare nelle braccia di qualcuno lontano che una volta ha aperto il cuore ma tu non hai capito.E ora sai che hai perso.Ma,comunque, si fa.
Tutto giusto e cifre francamente impressionanti.Tuttavia credo che siano le situazioni a fare il prevaricatore.Ho conosciuto,durante un'esperienza no profit,donne sulla cinquantina che mi dicevano:"Certo che le prendo,ma fuori di qui che faccio?Sono solo capace a lavare piatti e camicie.Se riuscissi a farlo arrestare non avrei più un soldo neppure per mangiare"
Quindi iniziamo a rendere la donna professionalmente qualificata ed economicamente autonoma,in grado di allevare figli senza l'aiuto di nessuno potendo contare sul supporto di asili e scuole attenti alle sue esigenze.Nasce tutto dall'economia:una donna non ricattabile è una donna più forte.
Bravo Lanza,mi piace il tuo commento.però dico che se c'è la volontà anche stirare e fare le pulizie rendono indipendenti .basta smazzarsi al punto giusto.basta la volontàà di recuperare una dignità e una libertà negata solo per una questione di maschio prevaricatore.Non esiste.Nonostante io sia precaria e non abbia alcuna certezza della riconferma non mi sono più assoggettata,ho rialzato la testa e ho detto basta. E' faticoso e forse è proprio quello che spaventa.
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