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A CUOPPO CUPO POCO PEPE CAPE ...e... POCO PEPE CAPE A CUOPPO CUPO

giovedì 19 novembre 2009

DA UOMO A UOMO

da la LETTERA DI MASCHILEPLURALE ALLE DONNE IN OCCASIONE DEL 25 NOVEMBRE

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L’associazione maschile plurale e la rete nazionale di gruppi di uomini impegnati non solo contro la violenza ma per la costruzione di una critica dei modelli dominanti di “virilità” hanno deciso di proporre un’iniziativa nazionale a Roma. Vi scriviamo per spiegarvi il senso della nostra iniziativa e per riflettere insieme sulle forme di relazione che possiamo costruire tra i nostri percorsi per nella loro disparità di dimensione e visibilità.

Abbiamo deciso, come uomini, che fosse ormai necessario assumerci la responsabilità e al tempo stesso la libertà di prendere un’iniziativa in autonomia che non si limitasse alla firma di un appello ma che vedesse la costruzione di uno spazio collettivo, di una pratica visibile che mettesse in gioco i corpi, che costruisse relazioni nuove.

Negli anni scorsi c’è stata spesso una discussione sull’opportunità di una presenza degli uomini alle mobilitazioni delle donne. Non vogliamo entrare nel merito di questa discussione né liquidarla condividendo la sua complessità. Diciamo solo che vogliamo evitare che focalizzi le nostre energie e la nostra attenzione.

Anche per questo abbiamo deciso di offrire e proporre agli uomini che vogliano esprimere il loro desiderio di cambiamento uno spazio e un percorso autonomo proponendo un’iniziativa costruita e pensata da noi ma, ovviamente, aperta alle donne e a tutte le soggettività impegnate nella critica alle forme dominanti di costruzione delle identità di genere e relazioni gerarchiche tra i sessi. Vorremmo che la preparazione della giornata del 21 novembre a Roma fosse occasione per un percorso di confronto, con la molteplicità delle esperienze del femminismo italiano e del movimento lgbt. Vi chiediamo di costruire insieme sia la presenza e la comunicazione nella piazza che l’organizzazione di incontri preparatori nelle città.

Il nostro impegno, la nostra pratica non sono per noi un mero gesto di solidarietà o di assunzione di responsabilità. Non crediamo di tratti di “questioni di donne”. Al centro, per noi c’è una questione maschile su cui è necessaria una parola e una pratica maschile pubbliche.

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