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A CUOPPO CUPO POCO PEPE CAPE ...e... POCO PEPE CAPE A CUOPPO CUPO

lunedì 26 ottobre 2009


La mia sembra essere la generazione mancata, mancante, manchevole. Oltre a quelle poche strocche che ci dipingoo come "quelli che avevano i pattini a rotelle che si allungavano insieme al piede, che giocavano a forza 4, che aspettavano il film delle 20.30, e che c'avevamo sempre l'album Panini" ...di noi, noi bambini degli anni '80, non resterà un granchè. Non un terremoto, non una scossa; solo un farsi spettatori dei tempi che ci cambiavano sotto i piedi...fino a vederli gemere, questi tempi, senza avere la possibilità di prestar loto un respiro.
E di questi gemiti siamo i primogeniti.
L'infanzia, quella sì ci è stata amica. Quella che ancora ci si stringeva dentro un'unica famiglia, larga e accogliente... proprio quella famiglia che i nostri beniamini animati non avevano mai avuto. Ecco, questo è stato il nostro punto triste: non avere amici animati con i quali condividere i nostri giorni spensierati. Sempre troppo impegnati loro a cercare di crescere senza genitori o a cercarli, questi genitori, per tutto il mondo. Nessuno che se la passava più o meno bene, e noi, bambini, ad immedesimarci in tutte quelle piccole disgrazie quotidiane. E non solo le storie di questi sfortunati orfanelli erano più che tristi, ma già nella sigla d'inizio potevi farti un'idea di quanto la vita era stata meschina con loro. E non riuscivi a non pensarci quando, supina nel tuo letto, cercavi l'ultimo pensiero prima di addormentarti: come non pregare per la dolce Sara? Come non rammaricarti per Candy o Georgie? Come non chiederti perchè mai al mondo esistano unicamente bambini così tanto infelici? Ma forse, dico forse, proprio cotanto strazio ha fatto sì che noi crescessimo con uno spessore ed una complessità interiore che oggi è comprensibilmente impensabile. Tale compelssità però, se da un lato ci ha resi più propensi alla riflessione o all'introspezione, dall'altra non ha fatto altro che complicarci di molto la vita e le notti. Resta di fatto che, ad oggi, tali aspetti non trovano impiego -non pubblico almeno-, non vengono pesati e non fanno alcuna differenza. Potrebbero servire solo in un modo: fritti, dotandosi preventivamente di una padalla abbondante di olio.
Vano è rimasto, dunque, il sacrificio di tutti quei bambini che per noi hanno patito sofferenze senza fine, tra orfanotrofi e mamme adottive molto poco amorevoli; mortificati e maltrattati sempre, sia nel corpo che nell'anima. A loro va il mio post, e a quei geni che ne scrivevano le sigle.

4 commenti:

Ugolino Stramini ha detto...

Prima di tutto si scrive "Candy Candy", per la precisione.

E poi, basta, mi ritiro per deliberare :-)

bp ha detto...

Ma hai ragione!!!!!!! Da dove mi è uscita quella 'K'. Imperdonabboli, correggio.

E poi, avvertimi quando hai finito :)

gians ha detto...

Heidi ci prospettava quello che sarebbe successo ai nostri giorni, milioni di bambini che crescono conviti d'avere dei genitori incontinenti, e invece sono i loro nonni. ;)

Bp ha detto...

hihihihi è vero... un tristo equivoco :D