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mercoledì 21 ottobre 2009

Invece ero un calesse: file not found /3


Così ristando mi accorsi di non esser sola. Quante anime sazie che dai rettilinei s’erano allontanate fino a me. "Ognuna di queste si cela dietro un dito" -mi dicevo- "nasconde il volto a testa china e non riposa mai. Non c’è sollievo in questo cammino". Solo osservando il prossimo mio così da vicino mi vidi vagabonda e dolente fingere di non patire alcuno. Fuggendo la retta via avevo fuggito mani e pedate, occhi e sguardi e non avevo più nulla con me, solo ciò che fuggir non si può: me. Mi ero rispinta in fondo, di mia sponte, in preda a tutte le facoltà di intendere e di volere. E adesso non volevo più e non intendevo e ogni mia facoltà non mi sorrideva più. Bisognava andare via e bisognava anche avvertire il resto del purgatorio.
Ma così non feci, convinta che anche loro, guardandomi, avrebbero compreso e deciso.
'Sì cogitando salutai, mi girai e me ne andai, monca di bussola.

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